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GIOELE E FABIO, I TRITONI VOLATI IN BOREA L’editoriale del Direttore Ruggero Alcanterini

  • Quando mi è giunta la notizia del tragico incidente, in quel di Nettuno, pensare a Gioele Rossetti e Fabio Lombini, come compagni di sventura uniti in identica sorte con la storica pattuglia ”azzurra” del nuoto, con i ragazzi che a Brema caddero con un velivolo della Lufthansa cinquantaquattro anni fa, insieme al loro allenatore, Paolo Costoli e al collega Nico Sapio, è stato corto circuito immediato. Purtroppo le ali, che avrebbero dovuto sostenere creature così virtuose tra i flutti, si sono rivelate di nuovo effimere, cacciandoci ancora una volta nel dolore senza riparo, come accadde per Bruno Bianchi, Dino Rora, Sergio De Gregorio, Amedeo Chimisso, Luciana Massenzi, Carmen Longo e Daniela Samuele. A differenza di questi ultimi, Gioele e Fabio, come Icaro, hanno cercato l’alternativa, lo spazio che ci separa dalle stelle, ed hanno sfidato di proposito l’etere. Io li voglio ricordare ancora nel loro ambiente connaturale, in un contesto del tutto speciale, con la magia della Fontana dei Tritoni che, in vista della mitica Isola Tiberina, tra i Templi di Portuno e di Ercole Vincitore, in fonte all’Arco di Giano e a Santa Maria in Cosmedin, con la prova nella Bocca della Verità, ci ricorda che la virtù degli eroi e dei campioni, da Olympia a Roma, era e rimarrà il coraggio di osare.
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