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Gianni Molinari, nel nostro cuore e nella nostra mente

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scarica la pagina del ricordo di Gianni Molinari in pdf, estratta dal n de L’eco del litorale del mese

« Hanno le case qui della torbida Notte i figliuoli
la Morte e il Sonno Numi terribili; e mai non li mira
lo scintillante Sole coi raggi né quando egli ascende
il ciel né quando giù dal cielo discende. Di questi
sopra la terra l’uno sul dorso infinito del mare
mite sorvola ha cuore di miele per gli nomini tutti:
di ferro ha l’altra il cuore di bronzo implacabile in petto
l’alma gli siede; e quando ghermito ha una volta un mortale
più non lo lascia; e lei detestano sin gl’Immortali. »

(Esiodo)

 

Pensiamo che nessuno meglio di Esiodo possa aver meglio interpretato il sentimento di chi, umano, si sente impotente di fronte ad un evento così naturale e così inappellabile come la morte, ma soprattutto così iniquo come il distacco dalla vita e dagli affetti di colui che pieno di energia positiva aveva infuso speranze e sicurezza, aveva dato agli altri il meglio di se sino al tramonto, senza poter rivedere l’alba, condotto nell’ultimo sonno da Ipno ed ahimè rapito a tradimento dal crudele Tanato.

La notizia della morte, impensabile e improvvisa di Gianni Molinari, di una persona stimata ed amica, solare ed amata proprio per il suo pluridecennale impegno a favore della collettività del Litorale, tra Nettuno ed Anzio, in Regione Lazio, erede di stile e corretto approccio con il profilo nobile della politica, che è stato proprio del padre Tonino, vice sindaco di Nettuno e vice presidente del consiglio regionale di stampo azionista, “lamalfiano”, ci ha lacerato. Gianni , uomo attivo, buono e versatile, aveva lasciato il segno in ambito sportivo come vice presidente del Nettuno Calcio, senza trascurare il baseball, che era sbarcato con gli americani, entrando a far parte del DNA di chi come lui guardava ad un futuro aperto alle novità ed al progresso, alla valorizzazione delle risorse storiche e ambientali da enfatizzare per promuovere quel turismo, di cui lui sarebbe diventato un operatore capace ed attento. La sua dipartita ci ha lasciato increduli, almeno per il tempo necessario a comprendere cosa fosse accaduto, poi il primo pensiero è stato per la figlia Giulia e per la moglie, Mara Spada, due donne che si sono trovate in un dramma, che hanno affrontato con forza straordinaria.

Quanti pensieri, quanti dubbi, quanti tormenti generano tali eventi. Uno per tutti, assolutamente simile, quello della morte nel sonno di Davide Astori, trentunenne capitano della Fiorentina, azzurro del calcio, che ci ha lasciato lo scorso 4 marzo, suscitando sgomento, strazio ed emozione collettiva. Ecco, l’improvviso involarsi di Gianni Molinari verso la terra dei giusti e degli eroi, Borea, ci deve far pensare a quanto la vita sia un fragile dono, un piccolo immenso patrimonio dalla durata incerta e da amministrare con il sentimento che ci viene dal profondo dell’anima. E Gianni, come coloro che di animo sono buoni e d’istinto portati a far bene per gli altri, si era dedicato molto alla collettività, alle cause in cui credeva, idealizzando il suo impegno politico, anteponendo il concetto di squadra , il raggiungimento degli obiettivi d’interesse sociale al proprio. In questi giorni di competizione elettorale, lui era sempre in prima linea con il suo modo di essere attento ed equilibrato, maestro di temperanza, guidato dal suo innato ottimismo della gentilezza.

Purtroppo, l’epilogo, doloroso ed ingiusto per il nostro Gianni, non ci riserva altro che commemorarlo e far bene, nel suo ricordo e in suo nome, traendone esempio, onorandolo, immaginadolo parte del mito e della storia millenaria che ci pervade , da Nettuno ad Anzio ed oltre , lungo il Litorale virgiliano, dall’Astura al Numicum flumen , confortati da versi di poeti che furono e sono sommi.

Ruggero Alcanterini

« Dall’alma il corpo, al dolce Sonno imponi

Ed alla Morte, che alla licia gente

Il portino. I fratelli ivi e gli amici

L’onoreranno di funereo rito

E di tomba e di cippo, alle defunte

Anime forti onor supremo e caro.

[…]

D’immortal veste avvolgi: indi alla Morte

Ed al Sonno gemelli fa precetto

Che all’opime di Licia alme contrade »

( Omero)

 

 

 

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