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IL GENOCIDIO, LA NOSTRA STORIA L’HOMO SAPIENS CONTRO SE’ STESSO

Forse la nostra è una storia basata sul genocidio. Intendo la storia dell’uomo, per quello che ci è noto sulle nostre origini e sulla nostra evoluzione. Che dire, qualcosa che ci distingue in natura , dagli esseri che disperatamente riescono a convivere con noi, esiste e sembra davvero di prevalente orientamento malefico, rapinoso, distruttivo, ai danni di chi è diverso e alla fine autodistruttivo. All’inizio ne ha fatto le spese il Neanderthal e il Sapiens si è ritrovato solo a combattere contro se stesso da appena quarantamila anni. Le ultime variabili sul tema del genocidio, in nome di questa o di quella causa, religiosa, economica, culturale, di colore della pelle, da tremila anni a questa parte, sono passate per tutti i continenti e hanno massacrato, estinto centinaia di milioni di uomini, miliardi di animali e piante, decretandone l’estinzione. Siamo ormai alla fase finale per lo stesso clima del pianeta che ci ospita. Quindi, perché negare l’orribile cattiveria che è in noi, nel nostro DNA cannibale ? Siamo capaci di pentirci di avere sulla coscienza tutto ciò? No, ma abbiamo la capacità di rimuovere o di trasformare l’accaduto, di giustificarlo, tacerlo in modo omertoso. Trovando spiegazioni agli eventi bellici, celebrandoli dall’una e dall’altra parte, rendiamo eroi e vittime milioni di esseri trucidati in nome di pretesti e provocazioni artate. Che fine hanno fatto, tra gli altri, gli Etruschi, i Nativi della regione amazzonica, gli Aztechi e tutti gli altri del Centro e Sud America, gli Africani deportati, uccisi o resi schiavi dai colonialisti europei, gli Indiani del Nord America, gli Aborigeni d’Australia, gli Armeni e gli Ebrei , i Dalmati, i Bosniaci, i Kosovari? Che fine stanno facendo milioni di afroasiatici sospinti in mare, verso le nostre coste da guerre finalizzate all’esproprio? E’ l’orribile storia che ci riguarda, purtroppo.
Ruggero Alcanterini

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