fbpx

Eroi GdF vittime di amianto, annunciate nuove azioni giudiziarie

GdF vittime di amianto, eroi italiani che si affidano all’ONA per tutelare i propri diritti. L’associazione onlus annuncia nuove azioni giudiziarie.

La GdF svolge la sua attività di contrasto al crimine anche in mare contro contrabbandieri, delinquenti comuni e trafficanti. Le unità navali, almeno fino agli al 1990, erano costruite grazie a coibentazioni in amianto, questo ha fatto si che moltissimi “eroi italiani” venissero esposti spesso in maniera inconsapevole ad enormi rischi per la propria salute.

Ne sa qualcosa anche Antonio Dal Cin, coordinatore nazionale ONA, direttamente colpito dall’asbestosi provocata dalla fibra killer e recentemente riconosciuto vittima del dovere.

Il Sig. C. A., di Porto S. Stefano, già militare della GdF, coordinatore ONA, sede di Porto S. Stefano, ha lavorato una vita imbarcato nelle unità navali della GdF (dal 1965 al 1998), contrastando in mare contrabbandieri e delinquenti abituali con missioni pericolose a rischio della vita, e in mare doveva anche provvedere alla manutenzione dei motori e degli altri dispositivi in sala macchine e maneggiare l’amianto a mani nude.

Il Sig. C.A. si è ammalato di asbestosi, come ben certificato dal Dott. Arturo Cianciosi, medico-legale dell’ONA, e il Ministero dell’Economia e delle Finanze ha prima riconosciuto la causa di servizio e poi ci ha ripensato e ha revocato il provvedimento.

Di qui, il ricorso al Tribunale di Grosseto, Sezione Lavoro, contro il Ministero dell’Economia e delle Finanze e contro il Ministero dell’Interno.

È amareggiato il Sig. C. A., perché dopo una vita di lavoro per difendere il prossimo, si è ritrovato da solo a combattere contro la fibra killer e contro la paura di imbattersi in patologie invalidanti come: asbestosi, placche pleuriche e ispessimenti pleurici.

La vicenda sembrava aver avuto un riscontro positivo in quanto il sig. C.A. ha visto riconoscere in principio i propri diritti e poi negare la causa di servizio ripensando così a G. M., maresciallo della GdF, ramo mare, anch’egli colpito dalla fibra e ucciso in seguito da un mesotelioma, tumore dell’amianto.

«Lunedì mattina verrà depositato il ricorso giudiziario presso il Tribunale di Grosseto, Sezione Lavoro, dal mio legale, Avv. Ezio Bonanni, che si sta battendo come un leone per la tutela dei miei diritti. Purtroppo, ci dobbiamo rivolgere alla Magistratura, cosa che non avrei mai voluto fare, avendo trascorso tutta la mia vita al servizio della collettività e alle dipendenze della Guardia di Finanza. Abbiamo contrastato contrabbandieri e delinquenti abituali, vigilato sulle strutture militari e, ubbidendo agli ordini, manipolato l’amianto. Io ero un motorista adibito a far sì che i motori funzionassero sempre bene, ora mi ritrovo in pericolo di vita e obbligato a promuovere un’azione giudiziaria. Un po’ come il mio collega Antonio Dal Cin, che però si è ammalato a terra, cosa ancora più grave. Spero che il Ministero ci ripensi e che mi riconosca la causa di servizio per quel poco che mi rimane da vivere» – dichiara il Sig. C. A., ex militare della GdF, ora attivista dell’ONA.

Gli fa eco Antonio Dal Cin, finanziere eroe della lotta contro l’amianto, ora in congedo per asbestosi, riconosciuta come causa di servizio, il quale interviene sul caso del suo collega:

«Siamo di fronte a un nuovo caso di asbestosi in Guardia di Finanza, dopo che è purtroppo deceduto anche G. M. e dopo che ci sono stati tanti altri decessi di cui non posso parlare pubblicamente per questioni di riserbo. È una vera e propria strage dell’amianto in GdF. Per questi motivi come ONA depositeremo un grappolo di nuove azioni giudiziarie».

Sulla vicenda ha espresso opinione anche l’Avv. Ezio Bonanni, presidente dell’Osservatorio Nazionale Amianto:

«È necessario che ci sia un intervento del Ministro dell’Economia e delle Finanze e anche della Difesa affinché le vittime dell’amianto ottenga il riconoscimento della causa di servizio e di vittima del dovere senza necessità di fare lunghe azioni giudiziarie. Trovo veramente incredibile che delle vittime debbano essere difese. Purtroppo si agisce al contrario: sono le vittime a doversi difendere e ad essere prive di tutela dalle istituzioni. Rivolgo quindi un appello a tutte le forze politiche, di maggioranza e minoranza, affinché pongano fine a questa ingiusta discriminazione verso le vittime dell’amianto tra i militari e nel comparto sicurezza».

Resta sempre operativo lo Sportello Amianto dell’ONA, a disposizione delle vittime dell’amianto e dei loro famigliari, che si può raggiungere al numero verde gratuito 800 034 294 e al seguente link.

Per ulteriori informazioni in merito alle patologie asbesto correlate è possibile consultare il Notiziario Amianto e la pagina MESOTELIOMA.

Gestione cookie