23 AGOSTO 2016 – Gira, gira, si ritorna sempre all’Eroe dei due mondi, al Generale Giuseppe Garibaldi, di cui porta il nome anche la portaerei protagonista dell’incontro tra Merkel, Hollande e Renzi , rievocando l’ispiratore dell’Europa unita Altiero Spinelli, di fronte all’Isola di Ventotene dove, al confino con Eugenio Colorni ed Ernesto Rossi, elaborò il Manifesto, bozza costituente del federalismo europeo, che purtroppo è ancora in corso di realizzazione. Garibaldi l’avevo tirato per la barba durante i Giochi di Rio, per le significative tracce lasciate in Brasile, oltre che in Uruguay, Paraguay, Bolivia e Argentina, completando il suo percorso sul mare, iniziato da Nizza e passato per il Mediterraneo, sino al Bosforo, piuttosto che nel Mar della Cina. In questi giorni è riuscito a buon titolo a rimanere protagonista, anche se non esplicitamente citato, partendo anche dalla sua importante connotazione sportiva. Diciamo che se l’Italia vanta una formidabile tradizione nel tiro a segno, nelle sue variabili, fino agli ori di Rio, questo lo si deve storicamente a lui che nel 1863 era il vice presidente della Società Nazionale di Tiro a Segno e che fu il promotore dello sviluppo di questa disciplina, come della ginnastica; motivo per cui ancora gli sono intitolate società e club in Italia e all’estero, passando dal podismo, al ciclismo, al football, al rugby . Del resto, lui stesso viene ricordato, oltre che valente tiratore, come un fortissimo nuotatore, campione di salvamento , abile cavallerizzo, schermidore d’assalto. Diciamo che oggi Giuseppe Garibaldi sarebbe stato a buon titolo tra i protagonisti del pentathlon moderno e non solo…