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IL G7 E L’AMAZZONIA: PER UN PUGNO DI EURO …

27 AGOSTO 2019
Abbiamo visto partorire il topolino, abbiamo percepito l’assurdità formale e sostanziale, la mossa ridicola dei venti milioni offerti dai “grandi” per salvare, con l’Amazzonia, il Pianeta Terra, abbiamo capito che nulla impedirà ai malvagi di finire il lavoro sporco iniziato. Ma ci rendiamo conto del perverso segnale uscito dal consesso, erede in linea più o meno diretta di quelli che a Jalta tirarono più di un rigo sulle carte geopolitiche, economiche e sociali del mondo, a conclusione della spaventosa Seconda Guerra Mondiale? Altro che premessa per invertire la spirale distruttiva delle migliaia di incendi che stanno divorando il nostro futuro… Altro che mobilitazione planetaria interforze, altro che impegno prioritario e responsabile. Questa “mancia” offerta al Brasile ha messo in condizione gli irresponsabili di reagire sdegnati alle interferenze “ambientaliste”, tacciate prima di falsità e adesso d’ipocrisia. Purtroppo, il disastro in atto per il polmone verde di Gaia è una bruttissima realtà, documentata senza mezzi termini per via satellitare, ma è altresì evidente che il G7 aveva ed ha altri obiettivi prioritari, come in dazi, piuttosto che le crisi in Libia, Iran e magari nello stesso Bel Paese. Quel gesto avventato, quella offerta rifiutata di un pugno di euro, rischia di trasformare l’assediato Bolsonaro in una sorta di Furio Camillo e mandare in malora quel che rimane del salvabile, perché la Foresta, la nostra casa, intanto continua inesorabilmente a bruciare.
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