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Fiano Romano, minacce di morte al sindaco Ferilli via social

Minacce di morte via social al sindaco Ottorino Ferilli. “Non vi preoccupate arriverà anche la sua ora e magari… proprio in quella chiesa”. Una chiara minaccia di morte postata su facebook e indirizzata al sindaco di Fiano Romano Ottorino Ferilli dopo la diffusione della notizia relativa il rilascio del permesso di costruire per il nuovo complesso parrocchiale “Cristo Nostra Pasqua”.

“Le minacce indirizzate alla mia persona – commenta il sindaco Ottorino Ferilli – non appena è uscita la notiza della nascita di un centro aggregativo parrocchiale a Fiano non mi spaventano assolutamente per la mia incolumità , quanto per la possibile deriva che potrebbe dilagare nella città che amo e che amministro. Ad essere a rischio sono i nostri figli e il loro futuro che va tutelato da certe angherie, da un linguaggio violento e da persone che si nascondono dietro false identità”.

“Non ci sto – aggiunge – a far passare silentemente una condotta costruita sulla prepotenza dove si arriva addirittura a minacciare di morte pur di attivare una gogna mediatica che si caratterizza sul nascere. La nostra Comunità non ha bisogno di parole così violente ma di speranza e condivisione”.

“Come mia consuetudine – conclude il primo cittadino – alle parole farò seguire le azioni sempre volte a garantire uno stato di legalità: presenterò denuncia alla Procura della Repubblica proseguendo quel cammino di trasparenza finalizzato a non piegare la testa di fronte ad azioni che minano la nostra libertà personale d’azione e di espressione”.

Un augurio di morte che ha scosso e non poco l’intero mondo politico-amministrativo del Comune tiberino. Tanti i messaggi di solidarietà nei confronti del primo cittadino.

“Esprimiamo la nostra sincera solidarietà a Ottorino Ferilli, sindaco di Fiano Romano, per gli attacchi ricevuti e ribadiamo la nostra ferma condanna per gli episodi di cui è vittima. Il dibattito politico e, soprattutto, le campagne elettorali devono svolgersi nel pieno rispetto reciproco. I social, e il falso anonimato che questi consentono, non possono in nessun caso offrire un alibi per sostituire calunnie o minacce a un sano confronto sul merito delle questioni che interessano i cittadini”. Così in una nota Raffaella Rojatti e Luigi Dell’Orso, coordinatori di Italia Viva in Valle del Tevere.
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