31 MAGGIO 2019
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Nel Salone d’Onore al Foro Italico, per iniziativa dell’Osservatorio Nazionale Amianto (ONA) e del Comitato Nazionale Italiano Fair Play (CNIFP) con gli interventi del Presidente del CONI, Giovanni Malagò, degli “ori olimpici” Daniele Masala e Michele Maffei (Presidenti di Sport contro Droga, dell’Associazione Medaglie Oro al Valore Atletico e del Coordinamento Associazioni Benemerite) e degli stessi Presidenti di ONA e CNIFP, Ezio Bonanni e Ruggero Alcanterini – dopo il primo all’Auditorium delle Federazioni – è andato in onda il secondo appuntamento dello sport con la “lana della salamandra”, l’amianto, rivelatosi uno spietato assassino e ben presente in tutti gli impianti realizzati sino al 1992. Dunque, parto dal ricordo dello Stadio di Domiziano, costruito – come il Colosseo – nell’86 d.C., in laterizi, travertino e malta romana, storica pietra angolare del sistema impiantistico in Italia e nel mondo, primo esempio di stadio moderno e polivalente nell’antichità, della napoleonica Arena a Milano, dello Stadium a Torino e dello Stadio Nazionale a Roma (Flaminio) nel 1911, per le Expo Internazionali in occasione dei cinquant’anni del Regno d’Italia, del Comunale di Firenze di Pier Luigi Nervi, donato 1932 dal Marchese Luigi Ridolfi, del Littoriale a Bologna nel 1927, voluto da Leandro Arpinati, V. Segretario del PNF e Presidente del CONI, della idea di Lando Ferretti di abbinare calcio, rugby e atletica leggera, unendo piste e campi da gioco, ovunque in Italia, del Comunale a Torino, teatro dei Giochi Mondiali Universitari organizzati da Mario Saini nel 1933, degli Stadi della Farnesina, dei Marmi e degli Olmi, poi Olimpico qui al Foro Italico, dei Velodromi dal Vigorelli a Milano, all’Appio e all’Olimpico a Roma, dei Palazzi e dei Palazzetti ricordando gli Olimpici, i Palazzetto in Viale Tiziano e Palaeur, a Roma , il Palalido e quel che fu schiacciato dalla neve sempre a Milano, A San Siro, per non parlare della titanica e illuminata impresa voluta da Bruno Zauli con i 73 Campi Scuola provinciali, realizzati tra il 1958 e il 1973 e le perle, i Centri Federali destinati al ruolo di fulcro a Formia , Tirrenia e Schio. Naturalmente, con il restante del patrimonio storico dell’impiantistica sportiva destinata allo spettacolo con i grandi stadi di Napoli , Bari, Milano, Cagliari etc. con le altre migliaia di campi comunali e palestre scolastiche.
Bene, la stragrande maggioranza del patrimonio, comprese strutture e i rifacimenti straordinari per i “mondiali di calcio ‘90” risulta essere stata realizzata prima del 1993, ovvero della entrata in vigore della legge dello stato n. 257 del 27 marzo 1992 ,che ha drasticamente vietato l’uso dell’amianto e ne ha prescritto la debita rimozione o neutralizzazione.
OLIMPIADI E CAMPIONATI, GIOCHI
Autentiche opportunità di sviluppo vanno ricordate nel male (tutte quelle perse dal 1908 ai nostri giorni) e nel bene (quelle colte dal 1934 con i Mondiali di Calcio disputati a Bologna, Firenze, Genova, Milano, Napoli, Torino , Trieste e finale a Roma e di nuovo in Italia nel 1990 con un investimento die 2.300 miliardi in conto interessi per il rifacimento degli stadi, ai Giochi Olimpici estivi e invernali nel 1956 e 1960 a Cortina e Roma, quindi ancora a Torino, nel 2006 e infine con i Giochi del Mediterraneo, nel 1963 a Napoli , 1997 a Bari e 2009 a Pescara, oltre una infinità di mondiali ed europei per le più diverse discipline, tra cui atletica, ciclismo, nuoto, sci, basket, pallavolo…
Coloro che hanno fatto la storia dell’architettura e dell’ingegneria come Piacentini, Del Debbio, Moretti, Ortensi, Nervi… hanno lasciato dunque in eredità forme che sono anche sostanza, purtroppo anche con amianto, ma che abbisognano di amorevole cura, rispetto.
LOTTA AL DEGRADO
Noi del Comitato Nazionale Italiano Fair Play collegati in rete con le organizzazioni gemelle in altri quaranta paesi europei e centoventi nel mondo nel sistema del COMITATO OLIMPICO INTERNAZIONALE, di concerto e intesa ideali con le altre diciotto Associazioni Benemerite Italiane riconosciute, esprimiamo, promuoviamo e tuteliamo valori che hanno grande valenza educativa e sociale, lavoriamo volontariamente con costi quasi zero per la collettività, non abbiamo finalità di profitto economico o ideologico, rispettiamo in primis le Istituzioni e gli orientamenti espressi.
In questo caso, ci sentiamo di sollecitare una maggiore attenzione alla qualità della vita da implementare attraverso la pratica dello sport, alzando decisamente il livello del rispetto ambientale, partendo proprio dal patrimonio irrinunciabile costituito dal patrimonio impiantistico sportivo, il cui abbandono al degrado non è tollerabile dal punto di vista morale, economico e ambientale. Esempi come quelli dello Stadio Flaminio e dell’Ippodromo Tor di Valle, del disintegrato Velodromo Olimpico all’EUR e della incompiuta “Vela” di Calatrava a Tor Vergata… sono pericolosi e inaccettabili per una società civile degna di questo nome.
IL PROTOCOLLO SULL’AMBIENTE TRA MINISTERO, CONI E SPORT/SALUTE
E’ per questo, che nel salutare con sollievo la firma del Protocollo, abbiamo ritenuto di sostenere con l’Osservatorio Nazionale Amianto l’allargamento della sfera d’interesse e azione all’emergenza amianto, un problema di salute gravissimo che deve essere allontanato proprio da chi cerca a scuola e attraverso la frequentazione degli impianti sportivi la conquista di una migliore condizione in termini di prevenzione.
Infine, un appello ed una proposta, un impegno del nostro Comitato Fair Play, ovvero quello di restituire sicurezza e dare opportunità di difesa ambientale ai territori extra urbani , ai boschi e alle foreste, ai parchi ed alle aree urbane anch’esse abbandonate e mal frequentate, con piste ciclabili ed aree golenali, bacini lacustri e fluviali che possono uscire dall’inselvatichimento e dal rischio di contaminazioni per discariche abusive, distruzioni dolose, se ci si impegna a renderli fruibili e di fatto vigilati proprio attraverso la presenza degli sportivi, dei camminatori, degli escursionisti, tutti possibili protagonisti di una esponenziale azione di educazione ambientale e potenziali custodi del patrimonio comune fondamentale.