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Estirpare e prevenire il male del tifo violento

Dopo i fatti di Torino, domenica scorsa per Juve Napoli e soprattutto di Liverpool, mercoledì, dove le risse e le aggressioni hanno portato in ospedale un signore irlandese preso a martellate e finito in coma, adesso si cerca di prendere per l’ennesima volta provvedimenti di polizia, anche in vista della partita di ritorno all’Olimpico, quando si correrà il rischio di rivedere scenari da guerriglia urbana come nel 1984. E’ chiaro che gli accusati di questo episodio , arrestati in terra inglese, se colpevoli dovranno essere trattati da criminali , quali sembra che siano , prendendo tutte le misure restrittive del caso. Diversamente, penso che la giustizia sportiva non dovrebbe avere a che fare con questi eventi, perché è evidente che non stiamo più parlando di tifo sportivo, ma di criminalità organizzata e che quindi i club sono vittime e non mandanti, fino a prova del contrario. E allora? Allora torniamo al tema del fair play e delle cultura sportiva da introdurre come fattore educativo essenziale tra le materie scolastiche nelle scuole primarie. Soltanto educando a tempo debito i cittadini, possiamo sperare che cambino comportamenti che non che non hanno nulla di razionale e comprensibile. Fenomeni ricorrenti che testimoniano l’esistenza di un grave vulnus culturale e un profondo disagio sociale da attribuire a chi certe scelte educative non le ha fatte a tempo debito e ancora si ostina a non farle.

Ruggero Alcanterini

Direttore responsabile de L’Eco del Litorale

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