Pirozzi sì, Pirozzi no. L’autocandidatura ‘civica’ del sindaco di Amatrice continua a creare perplessità e confusione nel centrodestra, che auspica un suo passo indietro per sciogliere finalmente la riserva sul nome da presentare agli elettori il 4 marzo. Il rebus della candidatura alla presidenza della Regione Lazio forse è vicino a trovare una soluzione, ma la querelle va avanti da un bel po’. E mentre ai blocchi di partenza su altri fronti sono già schierati da tempo, come il governatore uscente Pd Nicola Zingaretti e Roberta Lombardi del Movimento 5 Stelle, la campagna elettorale per il centrodestra è ancora ferma alla scelta del candidato.
Di nomi fino ad oggi se ne sono fatti tanti, da giornalisti come Nicola Porro e Gennaro Sangiuliano a esponenti del mondo imprenditoriale (Massimiliano Giansanti, presidente di Confagricoltura), a personaggi politici come Fabio Rampelli di Fratelli d’Italia e il forzista Maurizio Gasparri. Ecco, proprio sul vicepresidente del Senato sembra si sia ormai raggiunto un accordo comune, anche se il diretto interessato ha più volte smentito, ricordando che “la politica è una cosa seria, non un reality”. La convergenza sull’ex Ministro delle Comunicazioni, però, secondo indiscrezioni, pare ormai cosa fatta.
Ma in campo, ormai da due mesi, è sceso anche Sergio Pirozzi, che non ci pensa proprio a fermare la sua corsa. “Io vado avanti forte del consenso popolare”, afferma, “non penso che candidarsi sia un reato”, anzi, “sono convinto che la Regione Lazio abbia bisogno della Scossa dello Scarpone”. Tradotto: di un impegno serio e concreto sul territorio, scendendo tra la gente, ascoltandola, risolvendo i suoi problemi.
Tra chi è convinto che una candidatura del sindaco di Amatrice rappresenti una mossa vincente per aggiudicarsi le prossime elezioni regionali c’è Francesco Storace, presidente del Movimento Nazionale per la Sovranità, già governatore del Lazio e Ministro della Salute nel terzo Governo Berlusconi.
Presidente Storace, perché Pirozzi e non Gasparri?
“Premesso che ho grande rispetto per Maurizio, perché 40 anni di amicizia non si dimenticano, in questi casi contano anche i sondaggi e con Pirozzi, per il quale ho molta stima, si batte agevolmente qualsiasi avversario. Maurizio è senz’altro persona squisita, con una forte sensibilità istituzionale, ma per l’amministrazione vedo più un combattente di territorio. Pirozzi è molto amato dalla gente ed è esploso per la sua determinazione. E’ ingeneroso parlare solo di terremoto, il tema è un altro, è come ha gestito questa tragedia. Poi non dimentichiamo che la Merkel lo ha voluto vedere a Berlino e questo non capita a tutti gli italiani”.
Insomma, che fa il centrodestra? Non vuole vincere, come dice il leader di Energie per l’Italia, Stefano Parisi?
“Credo si tratti di un abbaglio di Parisi, con il quale non ho il piacere di parlare da tanto tempo. A me, piuttosto, preoccupa il rischio di una sconfitta, eventualità possibile se non si va uniti. C’è un incaponimento a mettere una bandierina di partito. E’ incomprensibile”.
Sulla storia infinita della candidatura del centrodestra nel Lazio si rincorrono commenti e dichiarazioni. Il presidente della Regione Liguria e consigliere politico di Forza Italia, Giovanni Toti, sostiene che “ci vuole ragionevolezza da parte di tutti” e che “Pirozzi è un sindaco che ha fatto bene”, ma “non si fa politica dando la testa contro il muro né con le impuntature”; mentre Renato Brunetta, capogruppo di Forza Italia alla Camera dei Deputati, sottolinea che “non ci si autocandida alla presidenza di una Regione” e che “se c’è una coalizione e un’alleanza, le candidature devono essere decise insieme”.
Ma i tempi sono stretti e il centrodestra rischia di apparire diviso e litigioso agli occhi dei cittadini. Gasparri è gradito a Silvio Berlusconi, secondo il quale l’esponente azzurro “può essere un ottimo governatore per il Lazio”, ma, ha detto il Cavaliere nel corso di un’intervista radiofonica, “dobbiamo garantire che non ci siano nel centrodestra presenze che possono sottrarre voti e determinare una sconfitta, invece che una vittoria. Mi riferisco anche a Pirozzi”.
Il sindaco di Amatrice, in buona sostanza, è stato invitato a farsi da parte.
Ma che possibilità avrebbe Gasparri di battere Zingaretti e Lombardi?
Secondo Storace, il problema è altrove. “La mia paura – afferma – è che se Pirozzi si dovesse fare indietro, la gente che ha creduto in lui potrebbe non andare a votare. Ecco perché io insisto a usare prudenza in questa vicenda e ad assecondare l’umore popolare. L’appello all’unità deve essere una cosa seria”.
Un tentativo di mettere ordine nel puzzle arriva dalla leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni: il suo partito “nel Lazio è maggioranza relativa” e, chiarisce la Meloni, sul tavolo delle candidature c’è anche Rampelli, capogruppo FdI alla Camera dei Deputati. Poi, riguardo a Pirozzi: “se non fosse possibile, come mi pare, arrivare a una convergenza sul suo nome, sarà lui a decidere se vorrà dare una mano al centrodestra a vincere o a perdere”.
Storace, vuole dire qualcosa alla Meloni?
“A un candidato come Pirozzi, che ha un potenziale elettorale considerevole, si fanno solo carezze, non si danno schiaffi”.
di Antonio De Angelis