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EDITORIALE DEL DIRETTORE RUGGERO ALCANTERINI: IL VOLO PINDARICO

Quando udite un frusciar d’ali robusto e infine disperato, guardate a mezz’aria, perché potreste intercettare le ultime battute di un volo pindarico, quello al cui rischio sono esposti molti amministratori locali, che di questi tempi si affidano ad una visione errata del loro mandato popolare, sino a tradirne i principi etici, sino a precipitare negli orridi, che essi stessi creano nella società civile.

E’ chiaro che con pindarico intendiamo il rischio del tutto immaginifico di avvitarsi e andar giù, dopo aver svolazzato senza una accettabile, comprensibile ragione intorno a questioni che richiederebbero ben altro comportamento. Ad esempio, le questioni inerenti la salvaguardia dell’ambiente e della salute, tutte prioritarie e di assoluto interesse per le popolazioni del Litorale, sin dai tempi dello sbarco di Enea.

Ultimamente avevamo paragonato gli appassionati slanci di Antonio Geracitano, Consigliere e Presidente di Commissione Sanità e Ambiente ad Anzio, alle mitiche fatiche di Sisifo, ma adesso, dopo gli esercizi pindarici dei colleghi sulla mozione per agevolare la civile donazione degli organi destinata a salvare la vita, il nostro pensiero torna inesorabilmente a Publio Virgilio Marone, il sommo maestro di Dante, che cantando le gesta di Enea, nel libro sesto, fa riferimento alla catastrofica esperienza di Icaro che, pur munito delle ali dal padre Dedalo, non volle seguirne le indicazioni e fuse nel sole quelle salvifiche protesi, sprofondando nel mare. Ecco, la nostra impressione è che qualcuno, animato da sentimenti non proprio nobili, misti alla presunzione, non abbia saputo accogliere la saggia proposta contenuta nella mozione, presentata – appunto nell’ultima seduta natalizia del Consiglio – da Geracitano, rinviando sine die un adempimento ispirato al principio più puro della solidarietà.

Diciamo che questa vicenda ci ha amareggiato, ma non distratto dalla missione indefettibile di contribuire in modo tangibile al miglioramento delle condizioni complessive, della qualità della vita nei territori a vocazione giustappunto virgiliana, a cominciare dal quel Mare, parte del Tirreno e parte del Mediterraneo, che tanto rappresenta nella storia di queste terre, della Latina Tellus, Cerere, la Gran Madre, in cui da sempre gli uomini e le donne del Litorale, dalla Grotta di Circe alla foce del Tevere, hanno creduto, versando lacrime e sangue per dirimere la terra dall’acqua e l’acqua da parassiti e veleni.

Ecco, dunque, perché affidiamo all’iridata, giovane, gioiosa ed esuberante Befana, creata dal nostro fantastico Passepartout per la “Move” (l’Associazione che ha portato Ettore Palazzi e Silvia Pietroantonio ad esibirsi in occasione della Conferenza sul nostro futuro climatico, promossa da L’Eco il 30 novembre scorso) il compito di chiudere il complicato periodo festivo a cavallo del pestifero 2015 e del bisestile 2016 e quindi di portarsi via le scorie negative, preannunciando un futuro prossimo ispirato al cambiamento e alla positività.

Naturalmente, gli esiti favorevoli nel divenire dipenderanno dal combinato disposto di tanti elementi assolutamente diversi tra loro e non sempre sinergici, ma insistiamo sul fatto che almeno in tema di salute e qualità ambientale le città della “Pentapoli”, Nettuno, Anzio, Aprilia, Pomezia ed Ardea dovranno ricercare l‘unità d’intenti, cercando di superare divisioni campanilistiche, di parte politica e personalistiche. Per quanto ci riguarda, confermiamo il sostegno alla salvaguardia dell’ambiente, dei presidi sanitari e alla “cultura del dono”, organizzando in conferenza il pubblico confronto, promuovendo l’Accademia del Mare e del Clima, perseguendo senza por tempo in mezzo il ritorno emblematico della Fanciulla d’Anzio, rianimando la vocazione turistica attraverso una mirata proposta culturale, che prescinda dal provvisorio e da effimeri miraggi destinati a sciogliersi come nebbia al sole, quel sole radioso, ma anche pericoloso, che ieri distrusse le ali ad Icaro e che oggi illude gli emuli di Pindaro.

Ruggero Alcanterini

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