Ruggero Alcanterini
IL GOVERNO DRAGHI E LO SPORT: RIMANE LA MOSSA DEL CAVALLO… – Francamente, senza preferenze, mi dichiaro perplesso e sconfortato dal parapiglia senza ritegno sui sottosegretari. Altro che rispetto delle competenze mirate alla straordinaria bisogna del Paese. Questa iniezione di incaricati, in buona parte all’insegna del QB, del “quantum satis”, per tenere insieme questo Governo di emergenza non soltanto pandemica, la dice lunga sulla situazione, ovvero sull’affidabilità attuale della rappresentanza del consenso nei due rami parlamentari. Ognuno ha cercato di risolvere problemi di gruppo e personali, piuttosto che garantire con fermezza assoluta la qualità. Se Draghi non avesse intimato l’alt agli arrovellamenti, alle contorsioni ed ai volvoli dell’ectoplasma, che rimane dei partiti e della politica, dopo l’annichilimento cinicamente procurato trent’anni fa, staremmo ancora ad spettare. Come dire, più si aspetta e più si allunga il brodo risarcitorio e compensativo in una logica masochista. E lo sport? Macché, forse è l’unico che si è salvato, perché rimasto fuori della porta. A questo punto, l’unico modo per far recuperare la pari dignità ad un settore che meriterebbe ben altro destino, per non farlo rimanere fuori dal quel Consiglio dei Ministri, in cui adesso come non mai è fondamentale stare, sarebbe quello che il “runner Super Mario”, il Premier Draghi, tenesse per se la delega, esaltandone così l’importanza strategica. Potrebbe essere proprio quella “mossa del cavallo”, di cui l’Italia abbisogna da settantaquattro anni, da quando la Repubblica lasciò lo sport fuori dalla Costituzione.