fbpx

EDITORIALE DEL DIRETTORE – MA COS’E’ QUESTA CRISI?

Di Ruggero Alcanterini

MA COS’E’ QUESTA CRISI? – Care ragazze e ragazzi, ma avete capito bene che cosa stiamo vivendo? Ci stiamo giocando la posta alla roulette russa e non ne siamo protagonisti, ma spettatori. Si ripropone una sorta di ennesimo duello all’arma bianca, come d’uso per questioni d’onore, anche tra parlamentari, sino a tutta la prima metà del secolo scorso e in questo caso ne sono protagonisti ancora il premier di garanzia Giuseppe Conte e lo sfidante di turno Matteo Renzi. Nel precedente assalto aveva avuto la peggio lo sfidante Matteo Salvini. Diciamo che tutto quel che sta avvenendo poco ha a che fare con la ratio di una Repubblica Parlamentare, che dovrebbe essere sostanzialmente vincolata al consenso popolare e quindi al mandato di soggetti eletti. Che il nostro Paese sia in stato confusionale, anche grazie alle sentenze TAR, che spesso mettono in discussione l’autorevolezza di decisioni istituzionali, piuttosto che per gli algoritmi e la sovrapposizione di regole e decreti – sino a saturare le meningi dei destinatari – è un dato evidente, come altrettanto evidente è che il permanere di uno stato di emergenza pandemica non può giustificare, oltre ogni ragionevole limite, il caos in cui ci siamo inoltrati. Il senso di responsabilità, cui tutti siamo tenuti, impone a chi non è di parte di valutare obiettivamente lo stato dell’arte e di assumere il coraggio delle decisioni conseguenti. Troppe le ipotesi circolanti orientate al mantenimento di uno status quo legato alla sopravvivenza di un Esecutivo nato su troppi compromessi e contraddizioni, quindi di se debole. E’ chiaro che il nostro Paese non soltanto ha il diritto, ma il dovere di riprendere il ruolo primario che gli competeva e che deve tornare a competergli nel contesto di questo mondo globalizzato, sempre più piccolo e sempre più sensibile agli apporti carismatici di buoni, come di cattivi amministratori, degli stati che lo compongono e che ne vanno a determinare il destino. L’Italia è da troppo tempo in soggezione e a rimorchio, senza quella autorevolezza internazionale che ha perso e che deve recuperare. Occorre un colpo di reni che non può determinarsi con scaramucce tra le sale e i corridoi di Palazzo Chigi o nel circuito pedestre con Montecitorio, Palazzo Madama e il Quirinale, ma che deve insorgere dalle coscienze e dai cuori, dalle migliori teste pensanti del Bel Paese, che prima che poi deve trovare una via certa alla rinascenza. Siamo arrivati alla penultima fermata prima di un capolinea deserto, priva di bus. Ecco, giusto in certi momenti, mi tornano in mente gli stimati maestri, personaggi come Giampaolo Pansa ed Antonio Ghirelli, come alieni tra noi, capaci di esprimere senza mezzi termini, senza pregiudizi e compromessi opinioni non polverose, ma dirette, essenziali, comunque ispirate alla irrinunciabile onesta intellettuale. Ma allora cos’è questo malessere che ci pervade, questa crisi ? Forse si tratta di astinenza dalla Polis, dalla partecipazione diretta ormai intermediata da troppi soggetti senz’anima, da media, talk, social, piattaforme, virtual theatre che di sceneggiata in sceneggiata ci hanno portato fuori dalla realtà, quella cruda di cui adesso non possiamo non prendere atto.

 

Gestione cookie