Voglio raccontarvi la storia incredibile di un uomo che, non si fa per quale caspiterina di motivo, non solo continua a occupare per decenni l’access prime time della quinta rete, ma ottiene addirittura quella stessa fascia su Italia 1. Sto parlando di Antonio Ricci che, come Maria De Filippi, in questa stagione televisiva ha ottenuto più spazio… peccato però che lo utilizza molto male. La nuova edizione di “Cultura Moderna”, infatti, è talmente brutta tanto da farsi battere in share sia da TV8 con “Edicola Fiore” sia da NOVE con “Boom!”. Guardando ancora agli ascolti, stranamente, aumentano quelli di “Striscia la Notizia”… sarà un caso, come loro insinuano con i pacchi di Insinna che quest’anno, stranamente, non sono stati intaccati? Partiamo dal principio: due programmi di Antonio Ricci in contemporanea basta a far comprendere come i vertici Mediaset non sappiano ragionare con la propria testa; se poi ci aggiungiamo il populismo becero di “Dalla vostra parte”, è incomprensibile la scelta di schierare tre programmi sulle reti ammiraglie. Ora parliamo del format, e qui tiriamo fuori tutti gli errori di questa nuova versione. Il gioco funzionava di suo, non andava toccato, e invece hanno in primis impedito ai concorrenti di fare le domande, rendendolo noioso di suo; poi il fatto di racchiudere la scelta su cinque personaggi, e quindi il meccanismo finale dell’assegnazione ha dato il vero e proprio colpo di grazia. Aggiungiamoci anche la presenza di Carlo Kaneba e dei suoi urletti, che allontanano anche lo spettatore più sordo, e la prima puntata ricca di problemi tecnici, madornali per una nuova trasmissione. Il vip, poi, non più dentro la mitica cabina ma sullo schermo di un falso libro con un videomessaggio toglie la magia delle prime edizioni. Su questo vero e proprio Titanic, riuscito male o voluto così per favorire Striscia, si salvano solo Teo Mammucari, vero mattatore del programma, Laura Forgia, perché ci vuol coraggio ad abbandonar “L’eredità” per rimanere mezza nuda in questo macello, e Philippe Daverio, bravo a far l’unica cosa buona e giusta: cantar la sigla. In qualsiasi altra azienda, uno come Antonio Ricci veniva calmierato o, nella migliore delle ipotesi, mandato via per mancanza di creatività. Non oso immaginare, dopo questo flop, al possibile premio di produzione che i vertici Mediaset gli regaleranno. Contenti loro…
Matteo Lupini
(Rubrica TV tratta da “L’Eco del Litorale” n° 1, Gennaio 2017, edizione cartacea)