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ECO REMEMEBR DEL DIRETTORE Ruggero Alcanterini 30 GENNAIO 2019

Di Ruggero Alcanterini

 

 

IMPROVVISAMENTE LO SPORT E IL RACCONTO – Cosa volete che capiti dopo cinquantotto anni di frequentazioni con tanti protagonisti della nostra storia, di coattori e testimoni attivi di quel che siamo stati e siamo anche grazie a loro. E penso proprio a chi continua ad essere nel nostro presente, anche se ci ha lasciato nel divenire di una lunga lunghissima marcia. Questa mattina, ho tra le mani un volume del 1986, STORIE ROMANE DI SPORT E TV, un lavoro in veste semplice, ma prezioso, ammantato da una copertina policroma , di uno Stadio Olimpico in festa pluridecorato da bandiere nazionali e a sottolinearne il contenuto dedicato al vissuto nobile dello sport capitolino di quel periodo, filtrato dalla perspicacia di un amico e collega, Felice Borsato, dalle redazioni de La Voce Repubblicana, Il Secolo e il Giornale d’Italia, infine a capo della redazione sportiva per il Lazio della RAI. Lui, che era volato in Borea nel 2013 a ottantuno anni, continuava e continua ad essere presente, a penna spezzata (Emilio Salgari nel suo testamento di morte) proprio per quello che ha lasciato. Quanto di quel che è stato fatto, nei più minuti, curiosi ed apparente effimeri dettagli sarebbe finito nel baratro della obsolescenza, se chi come lui non avesse avuto l’idea, la pazienza, l’umiltà e la forza di metabolizzare quel che via via è entrato e continua ad alimentare la grande elica del nostro DNA collettivo. In Borsato, mi riconosco e mi ritornano in mente i tanti che ho avuto la fortuna di incontrare, anche e soltanto attraverso quello che ho impattato nelle mie continue scorribande tra libri, carte, appunti, documenti, immagini da cui vengo inesorabilmente catturato e cui rimango disperatamente aggrappato nel tentativo di non scendere. E adesso sono qui con queste schegge di una sorta di corteccia, quella che avvolge il grande albero del nostro vissuto, con i RACCONTI DI SPORT (Arpino, Attardi, Bevilacqua, Bigiaretti, Calvino, Castellaneta, Gianoli, Grillandi, Malaparte, Moretti, Palumbo, Pasolini, Rea, Saviane, Silori …) raccolti da Giuseppe Brunamontini, nel 1974 e con TRE VOLTE CAMPIONI DEL MONDO ( tutte le partite della Nazionale nei racconti di Gastaldo, Roghi, De Martino, Berra, Pozzo, Colombo, Casalbore, Nutrizio, Barendson, Brera, Verratti, Zanetti, Arpino, Del Buono, Tosatti…) magistrale fatica del 1994, per Antonio Ghirelli. Alcuni maestri ed amici straordinari come gli stessi Borsato, Brunamontini, Ghirelli, poi ancora Zanetti, Gianoli, Moretti, Tosatti ed altri sfiorati, altri soltanto un mito. Infine, sempre tra le memorabilia circolanti questa mattina, nel guazzabuglio che circonda la mia tastiera, una piccola meravigliosa opera di Mario De Micheli, SCALARINI, VITA E DISEGNI DEL GRANDE CARICATURISTA POLITICO, nella edizione del 1978: a pagina 3 vi fa bella mostra “Il ciclista patriottico” del 1903 e così concludo che anche Giuseppe Scalarini, strepitoso interprete del simbolismo oggettivo, aveva attenzione per una materia come quella sportiva, spesso travisata e confusa tra opinionisti da bar, piuttosto che da salotto letterario, con tanti saluti a Omero, Pindaro, Virgilio, Dante, Mercuriale, Lorenzo de Medici, Poliziano, Tasso, Parini, Leopardi, Stecchetti e un altro a caso, Montale.

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