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Editoriale

ECO REMEMBER di Ruggero Alcanterini – 22 FEBBRAIO 2017

di Ruggero Alcanterini

 

LA SCISSIONE DELL’ATOMO – Questa della scissione è proprio una bella scommessa, che ha anche i suoi presupposti scientifici, oltre che storici, se preferite. Comunque, se parliamo dell’atomo, Albert Einstein , che a scuola era considerato ultimo, ma che nella ricerca, come Marconi, sarebbe poi divenuto il primo, giunse alla conclusione che, dopo la rottura del nucleo di un atomo, le masse sommate non raggiungono mai quella originaria, mentre la massa “mancante” si trasforma in energia. Se invece la vogliamo mettere sullo storico politico-partitico, allora non dobbiamo andare lontano, perché basta rifarsi alla esemplificativa vicenda del Partito Socialista Italiano, nato glorioso a Genova nel 1892 e morto giustiziato in modo sommario da “Mani pulite”, esattamente cento anni dopo. Ceppo originario, il PSI, d’ispirazione democratica e per questo suscettibile di pulsioni e contorsioni, che è scomparso dallo scenario internazionale, dopo aver partorito clamorose scissioni che avevano portato alla nascita del fenomeno e quindi del Partito Fascista nel 1919 , Comunista nel 1921, all’espulsione dei Riformisti nel 1922… Socialdemocratico nel 1947, dopo la fusione in Unità Proletaria nel 1943 e prima delle liste in comune con il PCI nel 1948… Se si analizzano attentamente gli esiti legati ai fenomeni di scissione e di riunificazione, con un algoritmo puntuale ma d’intensità imprevedibile come per i terremoti, si arriva inesorabilmente a risultati numericamente negativi, se non qualitativamente degenerativi, come quelli che sono sotto i nostri occhi e che siamo costretti a subire, posto che dal panorama delle formazioni politiche sono stati letteralmente eradicati i Partiti Storici, peraltro sopravvissuti nel resto d’Europa, compresi i Paesi liberati dalle dittature e di nuova democrazia, come quelli dell’ex area sovietica, la Grecia, la Spagna e il Portogallo. Diciamo che la confusione regna perché si è sfasciato l’equilibrio costituzionale, che consentiva – sia pure con pesi e contrappesi – di fare affidamento su coloro che venivano responsabilmente eletti in base al consenso popolare, formato attraverso consolidate ragioni di appartenenza e un sistema selettivo dei parlamentari e quadri di governo nazionale e locali, che non avevano il profilo della provvisorietà. Purtroppo, la ricerca quasi disperata di soluzioni miracolistiche, a fronte dei ringhiosi richiami euro-burocratici e del degrado dilagante dal punto di vista strutturale e sociale, dalle buche alla disoccupazione, ci sta portando a comportamenti compulsivi, che non possono altro che complicare ulteriormente la nostra vita, fino alla prossima scissione…

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