di Ruggero Alcanterini
Cosa volete che vi dica, ieri al Palacongressi mi sono divertito, ho riconosciuto la genialità italica, quella che da sempre fa la differenza, spesso vincente della nostra intrapresa. Certo, la spettacolare presentazione, comprese un paio di torce in bronzo del 1960, non basterebbe, se non ci fossero (e ci sono) gli enzimi della grande organizzazione. Poi, la sensazione è come spesso accade quella di andare a vedere un film, diciamo “La grande bellezza dei Giochi 2024 a Roma”, un film di grande qualità, comprese le musiche del Maestro Moricone, al quale ti piacerebbe di partecipare non soltanto da spettatore e ieri eravamo praticamente tutti spettatori, nella consapevolezza che quel film bellissimo era il frutto del lavoro di grandi professionisti, di un team ristretto, fatto di genieri in grado di lanciare quasi improvvisamente un ponte tra passato e futuro, su cui farci transitare. E passando al “passato futuro”, in conferenza stampa, Giovanni Malagò ha fatto cenno proprio allo Stadio di Domiziano con il suo fantastico, unico “red carpet” nello scenario sovrastante di Piazza Navona, quale possibile ribalta, di uno straordinario “STAR GATE” , che metterebbe insieme Olimpiadi e Agonali, ricompattando quasi tremila anni di storia dello sport, dalle origini in Olimpia alla maestosa naturale sede di Roma, passando per quello che fu il più grande stadio dopo l’anno zero, appunto quello di Domiziano…