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ECO REMEMBER DEL DIRETTORE Ruggero Alcanterini 7 FEBBRAIO 2020

Di Ruggero Alcanterini

 

 

DIVERGENZE ASIMMETRICHE – Altro che convergenze o divergenze parallele, di morotea e stellare memoria, qui il ragionamento si fa serio e francamente la tentazione di mandare tutto a carte quarantotto diventa pressoché irresistibile, al limite dell’umana temperanza. Insomma, divergono per l’ennesima volta i binari per via di uno scambio dubbio, causando un decisivo vulnus nell’immaginario di chi considera il treno l’estrema ratio della nostra complessa mobilità, a fronte di strade e autostrade disastrate, piuttosto che della precaria Compagnia di bandiera alata, in odore di cessione al miglior offerente, tanto quanto il residuale patrimonio di un antico vilipeso sistema, che fu – sino alla catastrofica Tangentopoli – tra le prime potenze industriali ed economiche del mondo. Divergono asimmetricamente le componenti politiche del Governo che, pur a fronte dell’emergenza Coronavirus e le altre imperative, s’incarta pregiudizialmente sulla prescrizione, sui vitalizi dei parlamentari e rischia il collasso, mentre gli incerti flussi di gas e petrolio dalla Libia in guerra premettono la crisi energetica e promettono l’incremento geometrico dei profughi a qualsivoglia titolo. Trump ha vinto la sfida con la Pelosi e maramaldeggiando con i democratici avversi, allargando la forbice della diaspora interna, regola ulteriormente i conti via drone con Al-Quaeda in Yemen, eliminando il nuovo capo Quassim al-Rima. Lo sport internazionale si accartoccia di fronte alla pandemia d’origine cinese e tituba per Giochi e Coppe nel breve e nel medio termine, mentre quello italiano, argomento forte al Festival di San Remo, con Ronaldo in prima fila, continua a navigare a vista con riforma e controriforma, una sorta di “mosca cieca” con affidamenti e scambi di ruolo in attesa di improbabile chiarezza. Ecco, quel che passa il convento e in particolare quel che ci spetta indipendentemente da promesse e proclami. E per concludere, provate a verificare lo stato delle pensioni non dorate, avvizzite e depauperate dal tempo, e di chi ne è titolare, sollecitato al voto, ai doveri fiscali, mortificato dal welfare e soprattutto privato dei propri diritti dopo il settantacinquesimo giro, quando diventa impossibile un noleggio a lungo termine, piuttosto che un prestito bancario. E dei ragazzi, dei bambini? Beh, provate a capire cosa succede nelle primarie della “quarta” Repubblica, dove le palestre rimangono inutilizzate, la medicina scolastica, l’educazione civica e la motoria rimangono una ipotesi sine die, a discapito del futuro.

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