Di Ruggero Alcanterini
VI CONOSCIAMO MASCHERINE ! – Ecco, l’argomento simbolo, la chiave di lettura di una situazione paradossale, ovvero quello di raccomandare l’uso delle mascherine, sapendo che sono come l’araba fenice. Lo stesso discorso vale per i detergenti per le mani, piuttosto che per le distanze, che si azzerano nei mezzi pubblici e alla casse dei supermercati presi d’assalto. Diciamo che, se non si trattasse di una vera emergenza con gente che rischia la pelle, ci sarebbe da invocare autori come Eduardo e Pirandello, per rendere l’idea, in chiave tragicomica, di una situazione da formicaio impazzito. E’ evidente che in certe situazioni si evidenziano distorsioni e criticità, che cadono le maschere ai furbi. Ad esempio, oltre le carenze nel campo sanitario per strutture, materiali, gestioni e risorse umane, a vulnus inaccettabili nel settore del welfare, alla inutilità dell’attuale sistema per il collocamento al lavoro, visto che gli “anziani”, gli over 65, sono quelli che non soltanto adesso pagano il dazio più pesante, vogliamo parlare della inadeguatezza delle pensioni medie, basse e minime, che sono ferme al capolinea da anni ed anni, mentre imperversano a man salva provvedimenti di mera cittadinanza? E se di cittadinanza, di pari diritti e di pari doveri indipendentemente da questioni di età e censo, in questo momento particolare, vogliamo e possiamo parlare, allora perché non si fa una bella revisione della funzione “privata” del CRIF, che sanziona illegittimamente chi paga con difficoltà, ma paga, avvalendosi della compiacente complicità delle istituzioni finanziarie e della “distrazione” dello Stato? Vogliamo Ragionare sulla disastrosa situazione economica e sociale in cui si trovano gli anziani d’Italia non autosufficienti, non tutelati, costretti a consegnare per intero le pensioni, le case ed il resto ad un esercito di badanti sempre più esose e supertutelate, che puntualmente, senza colpo ferire, trasferiscono l’erogato nei paesi di origine? Vogliamo capire per quale motivo il diritto di voto e i doveri fiscali, il rispetto delle leggi, valgono sino al termine della corsa in vita e poi a settantacinque anni vengono negati contratti, coperture assicurative e accesso al credito bancario, quandanche esistano tutte le condizioni di solvibilità? E’ chiaro che si fa strame del diritto costituzionale, che si ammicca alle logiche di gestione del profitto, che si tutelano interessi pelosi, strafregandosene dei cittadini più fragili. Ma allora? Allora, in uno Stato giusto, come in una vera Unione Comunitaria, quella Europea, che non sembra incline alla logica dei pari doveri, dei pari diritti e della solidarietà, occorre ed occorrerà fare appello al sentimento di giustizia, all’imperativo dell’orgoglio, quello di esserci e non essere da meno, di non essere gabbati, di capire che la società civile è un unicum nel bene e nel male, appunto senza speculare sulle differenze e sulle disparità di sesso, abilità, censo, salute ed età.