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DORMIRE SOGNANDO, TORNARE A SCOTTARCI – L’ editoriale del Direttore

Ma cosa ci si augura nel coricarci? Quel “Sogni d’oro!” che ci perseguita da una vita, come un mantra pubblicitario, rischia di essere invece un invito a chiudere gli occhi di fronte ad una realtà incomprensibile, inaccettabile, di dormirci su e immaginare un presente inesistente dalle sfumature rosee. Diciamo che il detto “Chi si accontenta gode” rischia di accreditarsi come perverso salvavita del Terzo Millennio, come palliativo per una società civile incurabile, che continua a scambiare gli eccipienti come farmaci e che non accetta il limite del QB, il quanto basta, per rimanere nei limiti dell’accettabile, prima che si ricorra a quel consentito, che è premessa del sotto tutela, degli “off limits”. Ma ce le vogliamo fare queste domande? Vogliamo riflettere, cercare di capire e darci adeguate risposte? Ci rendiamo conto o no, che siamo arbitri del nostro destino? Che nessuno ci regalerà nulla? Che dobbiamo concentrarci su come uscire dal culo di sacco, in cui siamo cacciati per altrui disegno e nostra insipienza? Dopo i colpi di teatro sulla richiesta di dimissioni per il Ministro della Giustizia, due giorni fa è giunta una pelosa manifestazione d’interesse USA per l’Alitalia, ieri sono esplose come bombe ad orologeria il problema gestione delle Autostrade e il funzionamento della Scuola, ch’erano sospesi come i caffè a Napoli, per via del COVID, mentre la rivolta degli “apericena” incombe e i membri euroscettici dell’Unione, quelli che si sono tenuti le loro valute ed hanno il “braccino corto”, mettono in forse proprio il principio della solidarietà e reclamano rigore a breve termine, per quello che non sarebbe mai stato un “kind gift”, ma comunque un importante prestito a costo zero, da restituirsi a babbo morto. Diciamo che forse abbiamo creduto alla Befana, come hanno lasciato intendere tutti gli autorevoli intervistati sul misterico rebus che continua ad avvolgere gli assassinii di Falcone e Borsellino. Infine, per rimanere in tema, i magistrati – unica algida certezza di un corpo separato che da sempre non rispetta il distanziamento sociale – sono anche loro in una crisi irrefrenabile di nervi e sono di fronte ad un futuro pieno d’interrogativi, dopo le dimissioni di Presidente e Segretario. In definitiva, non c’è quasi più nessuno in grado di togliere le castagne dal fuoco al nostro posto: forse prima che poi dovremo smettere di dormire sognando e tornare a scottarci.

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