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Santa Palomba: dipendenti Fiorucci in guerra, i sindacati indicono lo stato di agitazione

Nervi tesi presso lo stabilimento della Fiorucci di Santa Palomba, a Pomezia. Dopo lo stralcio di tutti gli accordi aziendali – giustificato dall’azienda, passata sotto la gestione del gruppo messicano Sigma Alimentos, con “l’imprescindibile esigenza di recuperare condizioni di competitività, redditività ed efficienza” –, circa 300 lavoratori su 490, secondo i dati forniti dalla Cgil, sono in stato di agitazione dal 9 novembre. La protesta è stata indetta da Cgil e Ugl, mentre Cisl e Uil restano al momento in trattativa, nella speranza che si trovi quanto prima una soluzione. Il nodo della questione deriva dalla disdetta “unilaterale”, come sostiene la Cgil, degli accordi di mantenimento di tutti i trattamenti retributivi e normativi. Il sindacato ha già inviato una diffida lo scorso 14 novembre, intimando il coinvolgimento della magistratura nel caso in cui tali trattamenti non restino “congelati” fino a una nuova intesa. La Fiorucci si difende giustificando la necessità di rivedere tali accordi risalenti agli anni Settanta e adducendo le annose difficoltà economiche in cui versa l’azienda, secondo la quale i ricavi delle vendite non riescono più a coprire i costi del personale. Si va verso l’ennesima vertenza, dove a rimetterci – come sempre – saranno solo i dipendenti i quali, nel frattempo, in questi giorni si stanno trattenendo per un’ora alla fine di ogni turno con le braccia incrociate in segno di protesta.

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