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DALLA VIA PAAL A VIA FORIA

– Che volete che pensi, i tempi sono davvero cambiati. Una volta ci si picchiava tra ragazzi e lo scontro era pur rappresentativo di sani principi, una metafora elegiaca della vita, in cui ci si confrontava anche duramente e spesso per futili motivi, compresa la guerra, ma ad armi pari. I ragazzi di Molnar, quelli della Via Pàl, quelli che erano per me modello di sano agonismo tra spinte e cazzottoni, adesso, dimenticando i bottoni e passando alle lampo, è divenuta ben altra cosa. Diciamo pure una incognita senza valori, per cui chiunque rischia di essere aggredito senza ragione da un branco di fuori di testa, senza quel codice che voleva uno contro uno, la sfida alla pari, purché ce ne fosse un motivo, magari pretestuoso. Diciamo che è venuto meno il sentimento eroico ed è cresciuto quello della crudeltà all’ombra delle fronde del crimine, che affonda i suoi artigli in una collettività eccessivamente morbida e comprensiva, che punta a concedere ruolo attivo anche ai bimbi della prima età, abilissimi con tablet e telefonini, ma ancora distante dall’idea di investire seriamente nella loro educazione, negli asili , scuole primarie e famiglie. I primi ad accorrere sono ancora i poliziotti con il Ministero dell’Interno, per reprimere, ma forse dovrebbero esserci i maestri e il Ministero dell’Istruzione, per educare . Che ne dite ?
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