Siamo di fronte all’ennesimo uso improprio di un’arma e paradossalmente mi vedo costretto a suggerire di usare il coltello, immaginando che lo si debba fare impugnandolo dalla parte del manico. La metafora è aggressiva, ma ci sta tutta, se vogliamo dare una decisa inversione di tendenza rispetto ad una società in sofferenza posta su di un piano inclinato e che abbisogna di correttivi adeguati prima che la tendenza divenga la regola, prima che tutto si complichi in modo irreversibile. Sì certo intendo proprio trarre spunto dal probabile uso dello spray al peperoncino nella discoteca di Corinaldo, come un innesco micidiale di una strage da panico, che sarebbe stata una ecatombe in piazza S. Carlo a Torino un anno fa (1527 feriti e una persona morta) se non si fosse trattato di un evento all’aperto. Mi dispiace per chi difende ad oltranza la libertà di scelta, compresa l’assunzione di sostanze finalizzate allo sballo, piuttosto che perdersi nel gioco d’azzardo di prossimità, nel degrado mentale delirante tra violenze gratuite da tifo sportivo e bullismo, nella dilagante rappresentazione di una tolleranza allo schifo, che passa per i manufatti e i mezzi di trasporto imbrattati da probabili imbecilli piuttosto che da improbabili artisti di strada, che costringe la viabilità nelle buche, che condanna gli indigenti ormai ovunque nel lerciume, che crolla con il cemento esausto ed avvelenato dall’amianto, che sprofonda nelle migliaia di discariche tossiche a fare del Bel Paese la rappresentazione reale di quell’Inferno che Dante aveva soltanto fantasticato. Dunque, perché non trarre le logiche conseguenze da questo stato orribile dell’arte ed impugnare dalla parte del manico (e non della lama) quell’arma legittima, fatta di responsabilità e coraggio di governare ? Si dice spesso che leggi e i regolamenti ci sono, ma… Francamente, la mia impressione che molte espressioni leguleie siano a sostegno di una burocrazia ipertrofica e di una giustizia lenta e ipergarantista a beneficio degli elusori. Penso che su certe questioni, occorrerebbe usare la regola del buon senso, quindi che Governo e Parlamento mettessero drasticamente riparo al non senso, che procedessero in modo diretto per ripristinare il diritto alla vita, alla serenità per una collettività che rischia di perderla. Care ragazze e ragazzi, mi voglio spiegare meglio: prima ancora di affrontare il problema delle crude realtà di bilancio e fare compromessi con i trinariciuti euro-oligarchi, dobbiamo guardarci allo specchio e chiederci se i nostri ragazzi, il nostro futuro, debbano essere consegnati agli spacciatori, ai venditori di alcol e di fumo, di illusioni sintetiche, di messaggi demenziali che oggi, con la globalizzazione per via social-digitale, rischiano di divenire diffusori di pandemie irreversibili. Diciamo che la bolgia infernale del 7-8 di dicembre notte a Corinaldo, a un tiro di schioppo dalla ridente Senigallia, dove nel 1792 era nato e poi cresciuto sportivo anche il futuro Papa (Giovanni Maria Mastai Ferretti) Pio IX, proprio quello del Dogma su Maria Immacolata , non è che una delle porte dell’inferno, in cui si possono trasformare le migliaia di occasioni d’incontro per i giovani dentro e fuori strutture come La Lanterna Blu, dove la presenza dei minori sta diventando la regola e non l’eccezione. Non dobbiamo andare lontano nel tempo per ricordare la fine orrenda della sedicennne Desiree Mariottini nel lurido cortile di San Lorenzo, luogo elettivo di supersballo e degrado della Capitale. Mi dispiace ancora di più pensare alla tragedia annunciata, scontata per tutti i ludopatici cresciuti dallo Stato nelle migliaia di minicase da gioco distribuite in ogni angolo d’Italia, nei bar sotto casa, per fare cassa sulle debolezze dei propri cittadini. Sappiamo benissimo che basterebbero i “gratta e vinci” per distruggere il bilancio familiare e che sta al buon senso di responsabilità di chi governa, di rivedere drasticamente la filosofia masochista, che è venuta avanti negli ultimi venticinque anni . Se ci pensate bene, tutto coincide con l’inizio di una spirale perversa che dall’inizio degli anni novanta vede al centro la questione economica, prima ancora che quella sociale, della difesa irrinunciabile dei valori umani, della vita e della sua qualità. Infine, non posso concludere senza ricordare che l’abbandono dell’ambiente, dal verde urbano alle foreste, è delittuoso, tanto quanto lasciare un infante nel cassonetto, che rinviare anche di un solo giorno la reintroduzione dell’attività motoria e dell’educazione civica nelle scuole primarie e secondarie come cultura della prevenzione e come presidio fondamentale per la salute fisica e mentale è altrettanto inaccettabile, quindi da affrontare senza por tempo in mezzo, costi quel che costi.
Ruggero Alcanterini
Direttore responsabile de L’Eco del Litorale