Questa storia delle botte e degli insulti ai parlamentari da parte dei “no vax” ricorda il mitico “Dagli all’untore”, al tempo delle pestilenze e la dice lunga sullo stato di caos in cui versa la nostra società civile. Se da una parte Pasteur e Sabin , insieme con il capostipite Jenner, sono intenti a rivoltarsi nelle loro tombe, noi, invece di invocare una prevenzione radicale a fronte delle bibliche miscelazioni antropiche, che ci mettono di fronte a possibilità di contagio di ogni tipo, ci permettiamo il lusso di discutere, litigare e mediare sui capisaldi della salute, frutto di un ineludibile salvifico storico progresso scientifico. Penso che tanta energia andrebbe rivolta alla soluzione di problemi certamente gravissimi e non rinviabili come la pulizia e la messa in sicurezza del nostro territorio, così come di coloro che lo abitano, cosa che sintetizzerei in un movimento che potrebbe essere davvero utile, quello del “No Degrado”. Ma torniamo ai vaccini: come ci vogliamo regolare con tutti gli immigrati senza documenti e anamnesi storiche, con cui ci troviamo comunque a convivere e della cui salute dobbiamo farci carico? E’ ovvio, che se gli italiani sono tenuti a vaccinarsi , quando vanno in regioni del mondo a rischio, lo stesso principio dovrebbe valere per coloro che da quei luoghi provengono.