Ieri, sulla pista mondiale di Londra, si stagliavano lucenti di pioggia innumerevoli protagonisti dalla pelle color ebano.
Uno scenario senza le emozioni di un tempo, salvo la consapevolezza di un rito in essere.
Al contempo, si metabolizzava la notizia dell’ennesima strage di ragazzi somali ed eritrei, lucenti cadaveri immolati dalla consolidata pirateria sulle spiagge dello Yemen: uno scenario con emozioni violente, anch’esso appartenente ad un rito crudele, antico quanto quello dei giochi e dello sport.
Niente da fare, i preposti delle Nazioni Unite prendevano atto della tragedia, come gli spettatori dell’ultima annunciata volata di Re Bolt, come di un accadimento ristretto tra coattori dello spettacolo, prevalentemente dalla pelle nera .
Ma il colore del cuore sarà diverso ? O sarà pur sempre rosso ?
Forse è il cuore dei malvagi ad assumere un colore diverso, opalescente, necrotico.
Il riti trionfali della vita ai “mondiali” di Londra, come quelli della schiavitù e della morte nel mare dello Yemen, non conoscono pause e noi ne siamo i cinici sacerdoti.