Tre persone ad Anzio si sono ammalate di Chikungunya: una malattia che causa febbre e reumatismi il cui virus viene trasmesso dalle zanzare. Lo comunicano in una nota l’Istituto Superiore di Sanità e l’Istituto Spallanzani. Per impedire un’ulteriore diffusione dell’infezione, è stato deciso lo stop alle donazioni di sangue per 28 giorni per chi ha soggiornato nel Comune di Anzio.
PAZIENTI INFETTATI IN ZONA, NON ALL’ESTERO
Secondo quanto comunica l’ISS, i pazienti hanno riferito la comparsa dei sintomi nel mese di agosto e nessuno di essi aveva viaggiato all’estero nei 15 giorni che hanno preceduto a l’insorgenza dei sintomi. Al momento quindi l’ipotesi più verosimile è che i casi si siano infettati nell’area di domicilio. Il rischio complessivo di un’ulteriore diffusione è considerato basso a livello regionale e molto basso al livello nazionale ed internazionale. La Regione Lazio ha già ordinato al Comune di Anzio di procedere a una disinfestazione contro la zanzara tigre, responsabile dell’infezione.
LA FEBBRE CHIKUNGUNYA
La febbre Chikungunya è prodotta da un virus trasmesso da due specie di zanzara, tra cui l’Aedes albopictus, responsabile delle infezioni nel Lazio. Dopo un periodo di incubazione che va dai 3 ai 12 giorni, il soggetto infetto presenta febbre alta, brividi, cefalea, nausea, vomito e artralgia. Le artralgie sono tali da limitare molto i movimenti dei pazienti che quindi tendono a rimanere assolutamente immobili. Il tutto si risolve spontaneamente, in genere in pochi giorni, ma i dolori articolari possono persistere anche per mesi. Le complicanze più gravi sono rare.
CHE COS’È LA CHIKUNGUNYA E CHE COSA PROVOCA
La chikungunya (CHIK) è una malattia febbrile acuta virale, epidemica, trasmessa dalla puntura di zanzare infette. E’ una malattia febbrile che provoca febbre, eruzioni cutanee e dolori articolari anche molto forti, ma raramente porta alla morte. Il termine chikungunya, in makonde, significa “ciò che piega” o “contorce” e fu impiegato durante un’epidemia in Tanzania nel 1952, a causa delle limitazioni articolari dovute alle importanti artralgie che caratterizzano la malattia. Probabilmente, si era già avuta un’epidemia di chikungunya in Indonesia nel 1779. Da allora il virus è stato riconosciuto come responsabile di alcune epidemie in Asia ed Africa. Nel gennaio 2006 si è registrata un’epidemia nell’isola di Reunion, nell’Oceano Indiano.
Il virus nelle epidemie urbane è trasmesso da zanzare della specie Aedes aegypti, la stessa che trasmette la febbre gialla e la dengue, da varie specie del genere Culex ma, soprattutto, dall’Aedes albopictus (comunemente denominata Zanzara Tigre). Nell’epidemie silvestri africane è trasmesso da Aedes africanus e da specie del genere Mansonia. Il ciclo silvestre è mantenuto da cercopitechi e babbuini. Non si esclude a priori la possibilità di un contagio interumano (per via aerea, per contatto con fluidi organici…) specialmente tra soggetti che restano in prolungato contatto con malati. In effetti, l’epidemia avvenuta negli anni scorsi alla Réunion ha visto in alcuni momenti un aumento di casi troppo elevato per essere imputato soltanto alla aggressività delle zanzare tigre.
NON ESISTE VACCINO: COME PREVENIRE
Non esiste un vaccino. Non esiste alcun trattamento specifico contro il virus della febbre chikungunya, perciò la terapia è basata sulla somministrazione di farmaci sintomatici soprattutto per alleviare i dolori articolari (anti-piretici ed anti-infiammatori ad eccezione dell’acido acetil-salicilico), riposo a letto e reintegrazione dei liquidi, ove necessaria. Le persone affette da febbre chikungunya dovrebbero essere protette dalle punture degli insetti, mediante applicazione di repellenti sulla cute, uso di zanzariere e di insetticidi negli ambienti in cui soggiornano, per evitare che possano propagare l’infezione.