Conferenza dell’ONA e del Comitato Nazionale Italiano Fair Play: “Sport e Scuola, Ambiente e Sicurezza: Via L’Amianto!”
Analisi dello stato di salute degli impianti sportivi afflitti dal degrado e dalla contaminazione da amianto fuori e dentro la scuola
Roma, 30 maggio 2019 – Il Salone d’Onore del CONI ha ospitato la conferenza, promossa dall’Osservatorio Nazionale Amianto e dal Comitato Nazionale Italiano Fai Play, “Sport e Scuola, Ambiente e Sicurezza: Via L’Amianto!” che ha avuto la finalità di parlare dello stato di salute degli impianti sportivi afflitti dal degrado e dalla contaminazione da amianto fuori e dentro la scuola. Sono intervenuti Giovanni Malagò, Presidente del CONI, che nel suo intervento ha dichiarato che: “Rispetto e lealtà”, valori della vita che il Comitato Nazionale Italiano Fair Play promuove da anni con grande passione, sono anche due principi cardine del CONI, alla base dell’armonico sviluppo di ogni realtà sociale secondo i dettami della Carta Olimpica. Questo convegno non può che partire da queste solide basi, ed in particolare dal rispetto che dobbiamo alle nostre ragazze e ai nostri ragazzi per costruire la società del futuro. La cronaca ci riporta all’attenzione, quasi quotidianamente, situazioni al limite: scuole e palestre non a norma, dove – in alcuni casi – per poter imparare ed insegnare si rischia la propria incolumità. Questo incontro rappresenta un importante momento di confronto su una realtà preoccupante: 2400 scuole a rischio, con un bacino di 350.000 alunni e 50.000 docenti, secondo i dati ONA. Una riflessione è doverosa, ma, al contempo, è giunto il momento di fare sistema tra le diverse istituzioni per difendere i nostri ragazzi. II binomio sport-ambiente costituisce un importante mezzo per la formazione dell’individuo e la creazione di quella cultura necessaria al rispetto della salute di ogni individuo. Noi ci siamo. Gli ha fatto eco Ezio Bonanni, Presidente ONA, che ha sottolineato quanto “sia fondamentale affrontare e risolvere il problema amianto in Italia, dando priorità alle scuole, agli impianti sportivi e agli edifici pubblici, per evitare tutte le forme di esposizione alla fibra killer, e quindi realizzare la vera prevenzione che è quella primaria. In questo modo, si ammodernano le strutture, si aprono i cantieri, si crea lavoro e si tutela la salute e l’ambiente”. Ruggero Alcanterini, Presidente del Comitato Nazionale Italiano Fair Play, nella sua dettagliata relazione ha poi ribadito che “il “No all’amianto!” in tutti gli impianti sportivi e scolastici d’Italia può e deve divenire un imperativo ed un simbolo della sostenibilità ambientale, che non prescinde dalla salubrità delle strutture. Occorre dare priorità all’emergenza amianto. Mai come in questo caso vale la massima “chi sbaglia paga!”. Assente giustificato il Ministro dell’Ambiente, Sergio Costa, che ha inviato un messaggio ringraziando gli organizzatori e spiegando che è giunta una convocazione immediata al Consiglio dei Ministri. “Mi dispiace particolarmente non essere lì con voi in qualità di testimone dell’impegno di due importanti realtà come l’ONA e il CONI che si sono fatte carico di un fondamentale lavoro di sensibilizzazione sulle tematiche legate all’ambiente – si legge in una nota del Ministro – “abbiamo bisogno dell’impegno di tutti perché il problema che ci troviamo a fronteggiare è di proporzioni enormi. Purtroppo nel nostro Paese, ci sono 32 milioni di tonnellate di amianto ancora in circolazione, e sono consapevole che l’unico modo per interrompere la catena delle vittime sia quello di lavorare sulla prevenzione, accelerando mappatura delle aree e bonifiche. L’obiettivo è far sì che nessuno corra più il rischio di esporsi ai danni provocati dalla dispersione nell’ambiente di questo materiale. Dal canto mio ho provveduto a istituire presso il ministero dell’Ambiente una commissione di lavoro per la riforma della normativa sull’amianto, che entro tre mesi produrrà i primi risultati. Dunque è proprio in questo contesto di grande attenzione e cambiamento culturale che si inserisce il vostro protocollo che rappresenta un impegno concreto a migliorare la qualità della vita e dell’ambiente dei giovani studenti e sportivi e per questo vostro impegno io vi ringrazio”.
In Italia ci sono ancora 40 milioni di tonnellate di materiali di amianto e contenenti amianto (33 in matrice compatta e 7 friabile), in un milione di siti, di cui 50.000 quelli industriali, e 40 di interesse nazionale, di cui 10 solo per amianto (Fibronit di Broni e di Bari, Eternit di Casale Monferrato, etc.). Sono state censite 2400 scuole (stima per difetto di ONA nel 2012 – dato confermato dal Censis nel 2014), con esposizione alla fibra killer di almeno 352.000 alunni e 50.000 tra docenti e non docenti; 1000 biblioteche ed edifici culturali (stima ancora per difetto); 250 ospedali (ancora stima per difetto); 300.000 km di tubature, che diventano 500.000 compresi gli allacciamenti, che contengono materiali in amianto.
Gli stessi impianti sportivi, realizzati prima dell’entrata in vigore del divieto di utilizzo di amianto (1 aprile 1993), presentano materiali in amianto e contenenti amianto e necessitano quindi di bonifica. Situazione che sta provocando un fenomeno epidemico con 6.000 decessi ogni anno di mesotelioma (1900), asbestosi (600), e tumori polmonari (3.600).
La presenza di amianto negli impianti sportivi e il rischio concreto per la collettività, si lega, in alcuni casi, all’assenza di adeguati investimenti di ammodernamento delle strutture. L’ONA propone un più efficace utilizzo degli strumenti tecnico normativi e finanziari costituiti dai piani pluriennali di interventi, con utilizzo del fondo “sport e periferie” (il primo avviato nel 2015, aveva come finalità l’identificazione delle migliori strategie per l’utilizzo degli impianti già esistenti, anche con piani di recupero e messa in sicurezza; il secondo con interventi specifici su singoli impianti).
La conferma della necessità di affrontare e porre in sicurezza gli impianti sportivi rispetto al rischio amianto, è confermata dall’implosione dell’ex Velodromo olimpico del 24.07.2008. La vicenda comincia il 24 luglio 2008 giorno in cui, la struttura costruita per le Olimpiadi del Sessanta, venne fatta implodere con 120 chili di tritolo facendo saltare in aria quattro tonnellate di materiale contenente amianto. La demolizione dell’impianto era stata decisa sotto la giunta del sindaco Gianni Alemanno. Nel progetto pensato dall’Eur Spa si prevedeva la costruzione di un parco acquatico, la così detta Città dell’Acqua. Ma i lavori non sono mai partiti e i comitati di cittadini denunciarono che unico scopo della demolizione era ottenere il cambio d’uso della struttura per poi edificare otto palazzine residenziali. Dopo alcuni anni di indagini si arrivò al rinvio a giudizio di Filippo Russo, unico imputato, per l’accusa di disastro ambientale. Il processo iniziò il 12 febbraio 2013 ed è terminato con l’assoluzione.
L’avvocato Ezio Bonanni, fu il primo a presentare l’esposto in Procura rilevando che: “l’esplosione del velodromo, incauta, ha determinato l’esposizione ad amianto di circa 10mila cittadini romani” e che “per i prossimi venti, trenta e quarant’anni, ci sarebbe stato il rischio di insorgenza delle classiche patologie asbesto correlate, tra le quali il tumore polmonare e il mesotelioma”.
Alcuni dati significativi della presenza di amianto nelle scuole del Lazio, ivi compresi gli impianti sportivi al loro interno. Sono state censite 64 tonnellate di amianto compatto e 150 kg di amianto friabile nelle sole scuole del Lazio: stima per difetto.
Nella regione Emilia Romagna, rispetto ad una parziale mappatura, l’amianto era presente nel 2005 in 431 scuole, e il 31.12.2016 ancora in 52 scuole; in 251 impianti sportivi nel 2005, che si sono poi ridotti a 60 alla data del 31.12.2016.
Nella regione Marche, così come per l’Emilia Romagna, è stata censita la presenza di amianto friabile in 89 istituti scolastici e di ricerca, pari al 41,8%, e in 24 impianti sportivi, pari all’11,3% di quelli censiti.
Nella regione Sardegna, nell’ambito degli edifici sottoposti a mappatura, è stato rilevato amianto in 395 di essi, dei quali 72 sono stati bonificati e 323 sono ancora da bonificare; per gli impianti sportivi, su un totale di 49 censiti, 14 sono stati bonificati e 35 rimangono ancora da bonificare.
A Roma, in riferimento ai diversi impianti in cui è presente l’amianto, possiamo citare il centro C.P.O. Giulio Onesti (Largo Giulio Onesti, n. 1), come specificato nel documento ex art. 26, D. Lgs. 81/2008, aggiornato al gennaio 2016. Nel capitolo 1.11.4, è riportata la voce amianto e pag. 68 si legge, in riferimento alla presenza di amianto, con particolare riferimento alla copertura del manufatto nello spazio esterno in prossimità dell’ingresso principale dell’Istituto di Medicina e Scienza dello Sport.
Il ruolo dell’istituto per il credito sportivo
Tra gli interventi ammessi al contributo in conto interessi, con criteri di priorità e di redistribuzione dei plafond, il regolamento indica anche quelli di ‘ristrutturazione, ammodernamento, ampliamento, completamento, riconversione, adeguamento tecnologico, manutenzione straordinaria, bonifica dell’amianto…’ e che le domande di contributi anche per l’adeguamento e messa a norma e bonifica dell’amianto saranno istruite, quindi ammesse a contributo, con precedenza rispetto alle domande di contributo con caratteristiche diverse.
Viene dunque data la precedenza alle le attività di bonifica dell’amianto, che costituiscono, quindi, una priorità come nel progetto promosso dal CONI “1000 cantieri per lo sport” nel quale si fa riferimento già all’esordio al finanziamento di interventi negli spazi sportivi in 729 istituti scolastici con il criterio di assegnazione che predilige, in via prioritaria, ‘la messa a norma e la bonifica dell’amianto’.
Le proposte dell’ONA: dotazione di fondi per la bonifica e messa in sicurezza di tutti gli impianti sportivi nell’ambito dell’ammodernamento di tutte le strutture, che permetta di conseguire anche la maggior efficienza e fruizione del servizio anche per tutti i cittadini.
Ruggero Alcanterini