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Come difendersi dai controlli del Fisco in modo legale: i trucchi per sfuggire all’evasometro

In che modo difendersi dai controlli del Fisco? Ecco tutti i trucchi, assolutamente legali, per sfuggire all’evasometro.

Con il termine evasione fiscale si fa riferimento ai comportamenti messi in atto nell’intento di non pagare le tasse (o versarne meno di quanto dovuto) in piena violazione delle norme previste dalla legge. In Italia questo fenomeno è molto diffuso ed è compito dell’Agenzia delle Entrate provvedere agli accertamenti necessari per scovare i trasgressori.

Documenti, lente d'ingrandimento
Come difendersi dai controlli del Fisco in modo legale: i trucchi per sfuggire all’evasometro – lecodellitorale.it

L’Agenzia delle Entrate può decidere di procedere con un controllo fiscale nel momento in cui riscontra un’incongruenza tra il reddito che viene dichiarato da un contribuente e le spese sostenute. Per i suoi accertamenti l’AdE si affida a strumenti sviluppati appositamente, come il redditometro.

Quest’ultimo può determinare la disposizione di controlli qualora si dovesse notare un’incompatibilità tra il reddito e gli acquisti di beni e servizi ad opera del contribuente. In tempi più recenti, lo strumento è andato incontro ad una serie di modifiche tramite il D.Lgs. 108/2024. Oggi il redditometro è stato sostituito dall’evasometro, che ha un funzionamento simile, permettendo di individuare i cittadini che hanno un alto rischio di evasione fiscale.

Agenzia delle Entrate, le soluzioni per difendersi dai controlli del Fisco

L’evasometro prende in considerazione elementi conosciuti, in grado di stabilire la capacità di spesa di un contribuente. Da questi è possibile dedurre se ci si trova in presenza di un tentativo di evasione fiscale con un reddito non dichiarato (o maggiore di quanto dichiarato). I contribuenti che presentano un alto rischio di evasione sono destinati a finire nel mirino dell’AdE.

Persone sedute
Agenzia delle Entrate, le soluzioni per difendersi dai controlli del Fisco – lecodellitorale.it

A questi ultimi potrebbe pervenire una contestazione da parte dell’Agenzia delle Entrate, oltre ad un avviso di accertamento. Il contribuente, a tal punto, dovrà compilare un questionario in cui andrà spiegata la provenienza della disponibilità economica che gli ha consentito di far fronte a certe spese.

Per i cittadini, tuttavia, è possibile difendersi dai controlli ricorrendo alla “prova contraria”. In che cosa consiste? Il contribuente dovrà dimostrare l’inesistenza del reddito in questione o che la sua disponibilità economica è minore rispetto a quanto riscontrato dal Fisco. Le strade da intraprendere sono diverse.

Si potrebbero fornire prove del fatto che i pagamenti in realtà sono stati fatti da terze persone (come, ad esempio, un parente) o che le spese sostenute siano legate ad una donazione. Il contribuente potrebbe anche dimostrare di aver utilizzato i risparmi messi da parte negli anni per i suoi acquisti.

Ci sono inoltre casi in cui il reddito che non è stato dichiarato deriva da fonti non interessate da imposizione fiscale, tra cui l’eredità e le vincite da giochi. Ad ogni modo, per difendersi dai controlli dell’Agenzia dell’Entrate è fondamentale essere in possesso di una documentazione adeguata: per evitare l’avviso di accertamento, infatti, serve una motivazione soddisfacente in giustificazione dei redditi non dichiarati.

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