Ricordo come fosse ieri la mia prima incursione in quel di Nuova Ostia. Ero nel pieno esercizio delle mie molteplici funzioni, ma soprattutto vertice nazionale dello sport per l’AICS.
Era il 1970 e il quartiere godeva di un incredibile punto di riferimento e aggregazione in un campo di calcio realizzato secondo l’antica filosofia del mio amico Lionello Cianca, quello che fu il vice del Commissario Onesti al CONI, ovvero frutto di una presa di possesso a fin di bene.
Il “Robin Hood” della situazione era un personaggio deciso, coraggioso, socialista e il suo nome era Edoardo Cicconi. Il Campo, come la Polisportiva appena fondata, aveva un nome, quello dell’eroe della Resistenza, senatore Rodolfo Morandi.
Lì, in Piazza Gasparri, c’erano il Circolo Sportivo, ricreativo, culturale AICS (Associazione Italiana Circoli Sportivi fondata nel 1962 da Giacomo Brodolini) e la sezione del Partito Socialista.
Edoardo non nascondeva le difficoltà che giorno per giorno doveva affrontare in un contesto, dove scelte di politica sociale sbagliate avevano concentrato il massimo del disagio.
Nella miriade di tornei e di eventi popolari legati al calcio e non solo fu coinvolto lo stesso Pierpaolo Pasolini, che appena cinque anni più tardi, la mattina della domenica 2 novembre 1975 fu rinvenuto cadavere da Maria Teresa Lollobrigida davanti alla sua baracca. Lo scrittore, vittima di un orrendo massacro, appariva come un misero mucchietto di stracci, intriso di sangue.
Il corpo era martoriato, ecchimosi dappertutto. La testa fracassata, Pasolini sfigurato, il corpo coperto da escoriazioni, profonde ferite alla testa, dieci costole fratturate e le falangi della mano sinistra spezzate. Un corpo contundente gli aveva provocato le profonde ferite sul volto e alla nuca. Una violenza ed una ferocia tali da lasciare senza fiato e soprattutto dubbi sulle reali modalità dell’assassinio.
Quando andai con Edoardo a vedere il luogo del delitto, lui non disse una parola, mi spinse qualche decina di metri più in là e tra strutture fatiscenti mi mostro la vasca di una piscina abbandonata, un sogno spezzato, incompiuto proprio come quello di Pasolini, piena d’acqua piovana, putrescente. Adesso che Edoardo non c’è più, gli sopravvive il calcio giocato dai ragazzi della Morandi nel Campo della Ostia Mare, perché le strutture “abusive”, ma salvifiche, della Polisportiva in Piazza Gasparri non sono mai state sostituite dal nuovo complesso annunciato e finanziato con sei milioni giusto nella zona “pasoliniana” dell’Idroscalo, vittima anch’esso degli stop seguiti alle inchieste per Mafia Capitale…
Ecco, dunque, emergere la vera anima, il ruolo dello sport e in particolare del calcio nel sociale che, come il rugby praticato e narrato da Daniele Piervincenzi, vittima di Roberto Spada, non si gioca tanto di testa, quanto con il cuore.