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CI PIACE IL PRESEPE? EDITORIALE DEL DIRETTORE

di Ruggero Alcanterini

 

CI PIACE IL PRESEPE ? – Ma che avete capito, credete che stia facendo il verso al mantra che identifica la saga della Famiglia Cupiello? Macché, penso a questo Natale che si identifica nell’ emergenza da COVID 19 e che passerà alla storia come la più gigantesca “greppia” mai organizzata nell’Italico Stivale, tra bonus, redditi e consulenze per ruoli straordinari a vario titolo, salvo i 209 miliardi del Recovery Fund all’orizzonte e per la gestione dei quali c’è il rischio che salti comunque il Banco. Ma perché il “prae” e il “saepes” del recingere, del “praesepire” i bovini, gli ovini e i caprini, ci porta inesorabilmente dalla mangiatoia degli animali a quella degli umani, alla “cripia”, che abbiamo volgarizzato in greppia, sino ad intendere ben altro che la culla del “Divino”? Ma perché, in assenza di naturali freni inibitori e men che meno di una agenzia educativa tale da inculcarci le regole più ovvie ed elementari del rispetto, prevale l’istinto rapinoso, quello di prendere a prescindere, nel dubbio che altri lo facciano al nostro posto. Sentire gridare nelle aule parlamentari a turno e a parti inverse “onestà!… onestà!” è disarmante e ingenera il dubbio di trovarsi di fronte a rituali sceneggiate, piuttosto che alla denuncia di abusi. Mentre medici e infermieri sacrificano la vita da eroi nelle corsie degli ospedali, i soliti ignoti depredano i ricordi, gli spiccioli e finanche le pantofole dei ricoverati, altri prematuri omicidi la sfangano con condanne meno dure, mentre il parroco di San Basilio gira con la scorta e il martire Livatino viene risarcito alla memoria e promosso tra i beati. Purtroppo, questo è il nostro Presepe e ci siamo costretti. Ci deve piacere per forza, ma almeno nella consapevolezza dell’alternativa, quella possibile del coraggio di cambiare, ultima e sola speranza per uscire dal recinto, dal sistema della greppia.

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