Non mi meraviglierei se in queste ore apparisse un annuncio per un posto da Presidente, piuttosto che da Deputato o Senatore, come capitò quattro anni fa, quando il Partito poi divenuto di maggioranza relativa attivò il reclutamento di candidati sulla base di curricula inviati via web. Purtroppo, la Costituzione Italiana del 1947 mostra il suo principale limite, relegando l’elezione del Presidente della Repubblica addirittura ad un secondo livello, rispetto ad una situazione di partenza già discutibile. Il danno, apparentemente irreparabile è stato fatto negli anni novanta, quando a man salva fu radicalmente distrutto il nostro patrimonio storico politico partitico, innescando un processo degenerativo che ad oggi sembra non avere fine. Ci si lamenta del fatto che si debba ricorrere a soluzioni tecniche per i Governi e per la loro stessa guida, stante l’inadeguatezza delle risorse umane tra i parlamentari, del costo dei loro vitalizi, da cui l’autocastrazione con il prossimo dimezzamento delle rappresentanze, alla faccia del rapporto già complicato se non esistente tra elettori ed eletti, al distacco tra amministrati e amministratori, all’astrazione assoluta dalle vocazioni e dalle problematiche dei territori, fino all’oblio, alla indifferenza ed alla negazione della più elementare delle istanze naturali di un popolo, ovvero quella di poter eleggere direttamente e sentitamente il proprio Presidente.
Adesso siamo di fronte ad un delirio di ipotesi, opinioni… Ci manca la riffa. Francamente sarebbe troppo, ma al peggio non c’è mai fine.