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CARO PINDARO… L’editoriale del Direttore

Ecco, siamo arrivati a dama o se volete al dunque, perché siamo alla vigilia della tradizionale transumanza estiva, quella dell’inizi agosto, ovvero del trasferimento dalla stanza dello smart working, del computer e dei faldoni trasferiti dall’ufficio, al soggiorno o se preferite in cucina o in sdraia sul balcone, protetti dalla crema solare, ma non dagli sguardi indiscreti, seppure socialmente distanziati, dei vicini. Francamente, le odi televisive, scontate quanto l’ennesimo scudetto alla Juve, sulla conclusione forzata di un campionato tra professionisti senza la giustificazione del pubblico, ci hanno restituito alla noia, all’apatia di una vita senza emozioni. Altro che stretti a coorte dal Coronavirus, con inno di Mameli e tricolore alle finestre. Ormai sappiamo che senza stimoli da opportunità agonistica, prof o non prof, non si va da alcuna parte. L’atletica ci sta provando, ma si va in discesa. La Formula Uno ha portato a casa il nulla salvo la catastrofe Ferrari, a conferma che di galli a cantare non se ne possono avere mai più di uno… Il ciclismo rinvia i Giri e il tennis i Tornei titolati. E allora, caro Pindaro, dopo l’annuncio di una proroga del fermo da emergenza COVID sino alla metà di ottobre, con buona pace anche tua, ci sarà poco da immaginare voli ed enfatizzare gesta. Poi, se proprio vogliamo vedere il bicchiere mezzo pieno, abbiamo sempre un margine di riflessione in più, per aggiustare il tiro, per pensare ad un futuro che minaccia di essere sostanzialmente diverso dal passato. Molte cose, alla luce di quel che sta capitando, non avranno più senso e spazio. Altre verranno trascinate in avanti in osservanza alle pastoie della burocrazia, per poi essere inesorabilmente spazzate via dallo stato di necessità, com’è già avvenuto e sta avvenendo. Dunque, da settembre avremo la Legge Delega sullo sport corredata dai Decreti attuativi e la messa in moto potenziale di un’attività progettualizzata di Federazioni, Enti di Promozione e Associazioni Benemerite da imputare al 2020, ma con proiezioni sul 2021, con intermezzi congressuali complicati da nuove regole, a cominciare dal limite al numero dei mandati, con effetto retroattivo. Naturalmente, la vera scommessa sarà quella di far fare più sport agli italiani, avendo però la macchina ferma da mesi e mesi, non adeguata e in attesa del carburante. Infine e non ultimo, sport a parte, attenzione, la ripartenza post vacanze in genere si identifica con la riapertura delle scuole, ma sappiamo che quest’anno sarà diverso e non soltanto per il problema dei nuovi banchi, mentre si pone anche la questione dei seggi elettorali da spostare in altre sedi in occasione degli election day, il 20 e 21 settembre, quando in Liguria, Veneto, Toscana, Marche, Puglia, Campania e forse la Valle d’Aosta si andrà al voto, come in 1.164 comuni e due collegi uninominali per il Senato in Veneto e in Sardegna. Se consideriamo che al tutto si abbinerà il referendum sul taglio dei parlamentari nazionali, si arriva facilmente anche a capire il motivo di quanto sta già capitando da giorni con il tam – tam quotidiano di note giudiziarie, di inchieste, con toni esagerati, modi esagitati e palesi campagne mediatiche strumentali in crescendo rossiniano. Per i prossimi due mesi nulla sarà risparmiato, dato che la posta in gioco è come sempre altissima, compresa la gestione dei miliardi del “recovery”, piuttosto che del “MES”. Preparatevi all’anticipazione dei botti di capodanno perché, caro Pindaro, smentendo la tua massima valoriale, probabilmente non vinceranno, né perderanno, i migliori.

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