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IL CALCIO NEI SECOLI, FIORENTINO O INGLESE, SEMPRE CALCIO …

CALCIO FIORENTINO
Penso al campionato di calcio che sta finendo e al CALCIO FIORENTINO di Giovanni Mattia Bardi, che partendo dalla considerazione virgiliana “TUTTI NON POSSIAM NOI TUTTE LE COSE”, nel 1580, in tre dei trentatré capitoli del suo regolamento per il Giuoco, ne da la definizione e ne inquadra le qualità necessarie per praticarlo: “Che cosa sia il calcio e la sostanza sua, diffiniremo così: il calcio è un giuoco pubblico di due schiere di giovani a piede e senza arme, che garreggiano piacevolmente di far passare di posta oltre allo opposto termine, un mediocre pallone as vento a fine d’onore. il campo dove egli si ha a fare, vuole essere una piazza principale d’una città a fine che le nobili donne e i popoli possino meglio stare a vederlo, della qual piazza s’ha da fare uno steccato lungo braccia 172, largo braccia 86, alto braccia due.” ” Gli uomini eletti per lo calcio deono essere cinquantaquattro, divisi in due schiere eguali di numero e di valore; la qualità de’ quali la stessa natura umana determina: perché non tutti gli uomini sono atti ad uno esercizio tale, non essendo tutti fatti dalla natura per questo.”
“Per tanto non l’età puerile, perché è troppo tenera; non la senile perché troppo asciutta ne può soffrire i sudori e durare le fatiche, le quali, correndo, urtando, percotendo, è forza soffrire; né anche nell’età giovenile sono avvenenti coloro, quali o sparuti, o brutti come i Baronci, o scrignuti o zoppi o ciechi o in qualche modo stroppiati o contraffatti, farebbero di sé mostra ridicola in su la piazza. Oltre a di ciò, si come l’Olimpiade non ammetteva ogni sorte d’uomini, ma i padri delle lor patrie e regni, così nel calcio non è da comportare ogni gentame; non artefici, non servi, non ignobili, non infami, ma soldati onorati, gentiluomini, signori e principi. Saranno dunque eletti per fare al calcio i gentiluomini d’anni XVIII fino alli XLV o di più o di meno, secondo la complessione, e bene armonizzati, cioè belli, atanti e prò della persona e di buona fama, a fine che tali campioni siano da ogni banda ragguardevoli e grati; e oltre a ciò in tutti gli esercizi, de’ quali nel proemio si fece menzione, ammaestrati.”
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