16 LUGLIO 2017
– Sì, quando si aspetta la Metro a Roma vuol dire che si è arrivati al binario, superando ogni sorta di possibile rischio o vessazione, dai venditori abusivi, ai borseggiatori, dai cantastorie, ai tornelli guasti, dalle scale mobili non funzionanti, ai WC chiusi, dal pattume ovunque, ai sedili per l’attesa sporchi, dai cestini per i rifiuti rigurgitanti, ai graffiti coprenti le indicazioni … Ma poi il dubbio: arriverà la Metro più nuova, sempre lercia, ma più confortevole e sicura, o quella vecchia, stravecchia con vagoni separati, lurida e totalmente a rischio? A Roma dicono: “A chi tocca non se ingrugna!” E così alla signora bielorussa è andata male… Se il conduttore pranza alla guida del mezzo, non è altro che nello stile complessivo dell’intrapresa. Ci vuole un bel coraggio ad incaricare qualcuno dell’Azienda per fare indagini e prendere provvedimenti. Questo evento non è altro che la tessera di un mosaico dell’orrore, del degrado annunciato da anni ed ora assolutamente fuori controllo, come il resto dei servizi pubblici della Capitale, le strade, i giardini, i parchi, gli immobili. Alla fine, i migranti clandestini, economici e fuggiti dalle guerre faranno ricorso al Tribunale dei Diritti dell’Uomo e chiederanno i danni a noi ed agli scafisti per essere stati truffati, per essere stati scaraventati a pagamento e loro malgrado in un girone infernale peggiore di quello da cui provenivano.