L’autostrada Roma-Latina si farà. Il cantiere sarà aperto entro un anno e mezzo e i lavori per realizzare 69 chilometri di infrastrutture dureranno almeno cinque anni. L’interporto nell’area di Pomezia Santa Palomba, inoltre, sarà rilanciato e diventerà uno snodo fondamentale nel centro Italia per il trasporto merci su ferro, grazie a un corridoio ferroviario che unirà Scandinavia e Mediterraneo.
E’ quanto emerso nel corso del convegno “Infrastrutture e sviluppo industriale per l’area pontina”, che si è svolto presso la sede della Laziale Distribuzione, a Santa Palomba (nella foto in alto, da sinistra Pontecorvo, Fichera, Nencini, Mearelli).
Autostrade per il Lazio investirà 2,7 miliardi di euro, quasi la metà contributi pubblici, mentre Rete ferroviaria italiana, così come ha spiegato l’ingegnere Andrea Esposito, potenzierà la linea con 1,4 miliardi di euro, confermando il suo ruolo di primo piano “nella mobilità integrata per la logistica e il trasporto merci”.
Il vice ministro alle Infrastrutture e ai Trasporti Riccardo Nencini, intervenuto al convegno, ha parlato di “opere infrastrutturali strategiche, che rappresentano cuciture del territorio indispensabili a mantenere la crescita economica”. Le Regioni, ha poi aggiunto, “devono definire le priorità di intervento e armonizzarle in un quadro logistico in linea con le disposizioni del Ministero”.
Nencini ha spiegato che la necessità di disporre di un articolato piano per il settore della logistica lo ha spinto ad istituire un tavolo di lavoro e di confronto con imprenditori e associazioni. “In Italia – ha detto – al momento le priorità di intervento infrastrutturale riguardano 105 opere. Il quadrante tra Latina e Tarquinia rientra in un progetto di cambiamento che andrà avanti fino al 2025”.
L’importanza dell’autostrada Roma-Latina per un’area industriale che, come quella pometina, impiega oltre 10mila persone, è stata ribadita da Andrea Ruggeri, dell’associazione “Grande Pomezia” (foto in basso a destra), che ha promosso il convegno insieme ad Assologistica e Unindustria Lazio. “La zona di Santa Palomba – ha sottolineato Ruggeri – dopo una prima fase di delocalizzazione delle imprese ha visto un recupero delle attività e ora sta tornando ad essere strategica come centro logistico di riferimento per l’intera regione, pur mantenendo una forte concentrazione di aziende nei settori chimico e farmaceutico”.
Che occorra una inversione di tendenza sulla qualità del trasporto, su gomma e ferro, lo ha ricordato anche il presidente di Unindustria Aprilia, Pierpaolo Pontecorvo, precisando che “Pomezia è la prima stazione per traffico dopo Roma, ma non dispone di un trasporto pubblico in grado di collegare agevolmente le diverse realtà produttive”.
In questa prospettiva, ha fatto notare Giuseppe Bursese, titolare della Laziale Distribuzione e presidente della Federlazio Logistica, “è essenziale non ricorrere a finanziamenti ‘a pioggia’, ma proporli in modo mirato nell’ottica di uno sviluppo delle infrastrutture funzionale all’ambito della logistica”. Infatti, secondo Bursese, che durante il convegno ha ricevuto dal vice ministro Nencini l’onorificenza di Cavaliere dell’Ordine al merito della Repubblica Italiana, sarà proprio il settore logistico ad avere “un futuro decisivo per la crescita del nostro territorio”.
Tra i relatori anche il consigliere e Presidente della Commissione Sviluppo economico della Regione Lazio, Daniele Fichera, che ha evidenziato come “nell’area industriale di Pomezia operino imprese che creano occupazione e che per questo vanno sostenute”.
Necessità condivisa da Mattia Zenini, di “Grande Pomezia”, che ha posto in risalto il bisogno di coinvolgere i giovani in progetti che aprano nuove prospettive occupazionali, ma auspicando allo stesso tempo una maggiore attenzione per la digitalizzazione e l’innovazione.