La maschera del teatro spegne le luci della ribalta. Il proscenio è vuoto, desolato. Un silenzio ieratico avvolge l’arte.
Attrici e attori sempre più vittime di raggiri organizzati da veri e propri professionisti della truffa. Promettono casting, provini, audizioni al costo di qualche centinaia di euro. Costringono attrici e attori a pagare cifre improbabili per book fotografici realizzati da fotografi di quart’ordine. Alla fine spariscono con i soldi.
Molti attori decidono di scrivere le proprie testimonianze su un gruppo di Facebook, che tra i post in evidenza ne presenta uno altamente indicativo: «Un casting serio non prevede richieste di soldi a nessun titolo. Non vi “costringe” a rifare le foto (che ovviamente non vanno bene…). Non vi vuol appioppare corsi di dizione-portamento-posa-tv. Un casting serio vuole solo essere un banco di prova per testare la vostra attitudine (fisico-tecnica) a ricoprire determinati ruoli. Dei casting che compariranno su questa pagina sono responsabili gli inserzionisti».
Roma, Milano e Torino le città prese d’assalto dai finti agenti dello spettacolo; gli attori tra i venti e i trent’anni sono la categoria preferita.
Un’attrice legge un annuncio pubblicato su qualche rivista o sito specializzato: “Cercasi attori e attrici 20-30 anni per imminenti produzioni cinematografiche e televisive”. Abbocca. Chiama. Fissa un appuntamento. Una volta giunta alla sede dell’agenzia apprende la triste realtà: le chiedono dai trecento ai seicento euro per un book fotografico di qualità scadente. La ragazza domanda perché deve obbligatoriamente essere fotografata da loro. È la prassi, dicono, abbiamo scelto questa linea per uniformare i nostri attori. Uniformare? La giovane attrice accetta. Il giorno dopo è già di nuovo nella sede dell’agenzia per farsi fotografare. Pochi scatti, un telo bianco dietro, illuminazione pre-edisoniana. In un’ora ha già firmato il contratto. Il fatto che è un claustrofobico contratto di esclusiva lo leggerà a casa.
Dopo un anno si renderà conto di non aver mai lavorato per l’agenzia, ma intanto, durante quei mesi di inattività, conosce altre persone, altre agenzie. Le cose cambieranno sicuramente, pensa. Ma nel passaggio da pensiero a fatto si accorgerà che avrebbe fatto meglio a dire che le persone cambieranno sicuramente. Non le cose. Sfiduciata, abbandonerà il mondo dello spettacolo, con molti soldi in meno.
È una tipica storia che vede protagonista una giovane attrice o un giovane attore alle prime armi. L’avventura inizia dopo aver terminato gli studi di recitazione in una delle duecentonovantanove scuole italiane (dato aggiornato al lontano 2009, bisogna riflettere su questo elemento). Siamo diplomati, finalmente si lavora, pensano molti attori. Ancora non sanno che il loro lavoro sarà cercare lavoro. E allora iniziano, inviando e-mail a chiunque, allegando foto e curriculum.
Alcuni agenti rispondono dopo neanche un’ora. Il curriculum che abbiamo visionato ci appare interessante, saremmo lieti di incontrarla; porti con sé le sue foto. L’attore stampa le fotografie, spesso spendendo molti soldi per quelle a colori. Arriva in quella che viene definita “agenzia”, in realtà uno stanzino buio e desolato solitamente situato in un enorme palazzo nel centro di Roma, Milano o Torino. Le foto non vanno bene, le foto proprio non vanno. Cos’è questo braccialetto che spunta? E questo anello? L’attore deve essere semplice, con un abbigliamento neutro. Le faccia da noi, per venirle incontro le chiediamo soltanto trecentocinquanta euro per una ventina di scatti. Lei sa che noi abbiamo come partners le più importanti produzioni italiane? In un momento di scissione dell’Io, il titolare dell’agenzia apre cassetti, mostra all’attore foto di scena proveniente da chissà quale set o Paese, mostra contratti creati ad hoc con produzioni inesistenti.
Finita la fase delle foto e della firma del contratto, il presunto agente cinematografico cambia sede, si trasferisce in un’altra zona, possibilmente situata nel lato opposto della città. Non prima di aver messo in scena la farsa con altri tre-quattro attori o aspiranti tali. Non più di tre o quattro, sennò diventa pericoloso. Una volta cambiata la sede, la truffa è leggermente modificata. La voce in tondo è stavolta “spese di segreteria”. Niente più book, prezzi all’asta e popolari, massimo novanta euro e si entra nel database. In tantissimi accettano contenti l’affare. Novanta euro e sono un attore, disoccupato (inoccupato) ma sono un attore.
La storia di A.[1] raccoglie una delle tante truffe ai danni degli attori. La contatta un certo dottor X che le chiede cinquanta euro di iscrizione, le propone un corso di portamento e le fa così tante promesse da convincerla a pagare. È un personaggio ormai noto a tutti gli attori alle prime armi, come dimostrano i numerosissimi commenti su Facebook. Molti, che decidono poi di non sborsare denaro, ricevono telefonate per giorni e giorni.
Un’altra attrice, B, si imbatte in un presunto casting in un’agenzia: vogliono verificare che sia telegenica, prima di chiederle una cifra spropositata. «Hanno le pareti dell’ufficio tappezzate di foto di personaggi famosi» scrive.
C. racconta la storia vissuta con una delle famigerate agenzie. Chiede una cifra modica, ottanta euro circa, per non lavorare mai. O meglio, ad alcuni vengono proposte delle comparsate utilizzate come specchietto per le allodole. I commenti al post sono preoccupanti: «Da tanti anni ormai, attenzione» scrive qualcuno; «Se si potessero riprendere i soldi da quelle sòle!»; «Continuano ancora a cercare gente» scrive un altro.
D. racconta la sua esperienza con le agenzie per comparse. Impongono i propri fotografi, anche se l’attore dispone già di un book professionale. Sono fotografi di (s)fiducia che chiedono dai venti ai trenta euro per delle fotografie assolutamente amatoriali. È un fenomeno diffusissimo: molte altre agenzie per comparse chiedono l’iscrizione a pagamento, come ci dice E.
F. racconta di una nota agente romana sulla via del fallimento, G., che cerca in ogni modo di imporre fotografi di propria fiducia, spesso ridicolizzando le foto di cui un’attrice dispone. “Sono insignificanti, inespressive, vuote. Foto-tessere”, dice. I più fragili accettano la sua proposta e rifanno il book. Altri lasciano il mondo dello spettacolo, depressi e arrabbiati.
Sono soltanto alcune delle tantissime storie che troviamo sul web. Le truffe agli attori e alle attrici vanno ormai avanti da anni e la cosa più preoccupante è che a compierle sono personaggi ormai noti (o meglio famigerati) a tutto il mondo dello spettacolo. Ma loro continuano, indisturbati; sono sempre gli stessi. Alcune agenzie sono addirittura ancora in piedi, altre cambiano continuamente nome e sede. I titolari si attribuiscono lauree inesistenti, titoli inesistenti, presunti premi e riconoscimenti in tutto il mondo. Non pagano tasse, guadagnano dai cinquecento ai duemila euro al giorno, si prendono gioco della qualità più propriamente artistica di un attore: la fragilità.
Interpreti indipendenti, insipienti iene in costume: i veri attori sono loro. Ma tutti i film prima o poi finiscono e noi non aspettiamo altro che leggere i crediti della pellicola. Vi troveremo tanti nomi inaspettati, per sempre impressi nel tereftalato di polietilene.
[1] I nomi sono stati modificati; da qui in avanti utilizzerò iniziali puntate fittizie.