Sarebbero almeno 20 le vittime dell’attacco aereo sferrato ieri sera da Usa, Regno Unito e Francia contro una importante base iraniana a sud di Aleppo, in Siria. A riferirlo l’agenzia russa Tass, che cita media turchi. L’esplosione ha colpito un campo di addestramento iraniano. Aerei sono stati visti sorvolare la zona, ma “la loro identità è sconosciuta”.
A Mosca, monta l’ira di Vladimir Putin, che parla di “aggressione” e definisce l’azione di Usa, Francia e Regno Unito come “una violazione del diritto internazionale”.
Intanto, il Consiglio di sicurezza dell’Onu ha bocciato ieri una risoluzione proposta dalla Russia per condannare l’attacco. Il testo non ha raccolto i 9 voti necessari per la sua approvazione. A favore hanno votato solo Russia, Cina e Bolivia. Otto i contrari e 4 gli astenuti. Il voto ha avuto luogo durante una riunione di emergenza del consiglio a New York, convocata dalla Russia per prendere in considerazione la bozza di risoluzione che esprimeva una “grande preoccupazione” per “l’aggressione” contro uno Stato sovrano che viola, secondo Mosca, “il diritto internazionale e la Carta delle Nazioni.
Dietro la guerra di parole tra Washington e Londra da una parte e Mosca dall’altra, appare però sempre più evidente come l’operazione della coalizione guidata dagli Usa sia stata in qualche modo “condivisa” con le autorità russe, di fatto informate sui target individuati per limitare i danni ed evitare incidenti.
“Il canale con Mosca per prevenire conflitti in Siria è aperto già da diversi mesi”, hanno affermato i vertici del Pentagono rispondendo a chi chiedeva se i russi fossero stati avvisati prima dell’attacco. E al momento dal Pentagono e dagli 007 Usa si assicura come non ci sia alcun segnale o indizio della preparazione di una rappresaglia, né da parte della Russia né da parte di Damasco, né tanto meno da parte di Teheran, che pure ha minacciato “conseguenze regionali”.
Intanto in Siria sono arrivati gli ispettori dell’Opac, l’organizzazione che vigila sul rispetto dei trattati sulle armi chimiche. Il loro lavoro per raccogliere prove dell’uso di gas da parte di Assad comincia in queste ore. Trump, Macron e May non hanno voluto aspettare, convinti che cloro e sarin a Duma lo scorso 7 aprile siano stati davvero usati dalle forze di Damasco.