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RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO: Lettera dell’Associazione Mafalda di Ardea

Al Ministro alla Sanità                  sede

                                               Al Presidente Regione Lazio       sede

                                               Al Direttore Generale ASLRMH   sede

                                               Al Sindaco di Ardea                     sede

                                               Al Consiglio Comunale di Ardea  sede

                                               Alla Corte dei Conti                      sede

                                               Al Presidente di Emergency         sede

Alle autorità in indirizzo vogliamo significare l’enorme disagio che la popolazione del Comune di Ardea è costretta a subire.

Ardea è un  Comune con circa 50.000 abitanti, con strutture sanitarie pressocchè  inesistenti, la nostra associazione nel passato facendo petizioni, suppliche, incontri ecc, era riuscita ad ottenere dalla ASL l’apertura di un piccolo ambulatorio con 38 ore di specialistica, un ambulatorio per le analisi che si divide tra due quartieri aprendo a giorni alterni, ed un consultorio inaugurato solo 5 anni or sono.

In Italia,  Comuni con la stessa popolazione di Ardea godono di servizi sanitari molto più consistenti, infatti possono vantare ospedali, diversi ambulatori di specialistica , consultori ecc.

Da più di un anno ormai,  la situazione è questa: il consultorio è chiuso  a causa di un allagamento seguito ad un nubifragio che ha deteriorato in parte la struttura ospitata in un prefabbricato, tale struttura poteva e potrebbe  essere riparata a costi certamente non stratosferici.

Il Comune ha  messo a disposizione una struttura in muratura, completata ormai da circa un anno e mezzo, ma dopo vari incontri, manifestazioni, solleciti e promesse la struttura resta vuota in balia di vandali che anche qui non mancano, infatti hanno già procurato danni.

Considerando i vari fatti di cronaca, ci aspettiamo, anche il peggio per la struttura che resta abbandonata a se stessa.

In tutta questa vicenda, è nostra opinione che ci sia spreco di denaro pubblico, e  che  forse possa raffigurarsi anche una interruzione di pubblico servizio.

A tutte autorità in indirizzo, chiediamo, ognuno per la sua parte di adoperarsi e fare le dovute ricerche per capire il perché di tale situazione, arrivando una volta tanto a risolvere un problema prima che diventi un fatto di cronaca, e  capire come sia possibile che nel terzo millennio ci sia bisogno di suppliche per vedere rispettato il diritto alla salute di 50.000 cittadini.

Ad  Emergency, che conosciamo ed apprezziamo come Associazione umanitaria sensibile, chiediamo la possibilità di inserire il nostro maltrattato territorio, tra le zone disagiate, pensando alla possibilità  di istituire un piccolo ospedale o ambulatorio, magari munito di pronto soccorso affinchè anche noi possiamo consideraci cittadini di serie A come gli altri.

Non vogliamo considerarci figli di un Dio minore, vogliamo essere italiani con la I maiuscola, quindi  con lo  stesso  diritto alla salute di tutti.

Maria Matassi

                                                        (Pres. Ass. MAFALDA)

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