In merito alla fornitura di armi all’Ucraina, l’ultima parola spetta ai giudici del Tar Lazio, che tra pochi giorni si pronunceranno sul ricorso promosso dal Codacons contro gli atti del Governo Draghi.
Lo scorso 19 ottobre si è tenuta infatti l’ultima udienza dinanzi al Tribunale amministrativi (sez. I bis, Presidente Perna, Relatore Vallorani) durante la quale è stato discusso il ricorso con cui l’associazione dei consumatori contesta la segretezza sugli atti imposta dal Governo e il mancato preventivo assenso del Parlamento.
La fornitura di armi offensive all’Ucraina implica in qualche modo la partecipazione dell’Italia al conflitto bellico in atto, in piena violazione dell’art 78 della Costituzione che prevede che lo stato di guerra debba essere deliberato con legge formale del Parlamento – scrive il Codacons nel ricorso – Violato anche l’art. 11 Cost. in base al quale l’Italia ripudia la guerra anche come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali. Non solo. La segretezza imposta sul tipo di armi da destinare all’Ucraina impedisce di distinguere tra “armi di offesa” e “armi di difesa”, circostanza che porta alla violazione delle disposizioni che prevedono la delibera del Parlamento sulle operazioni di guerra da parte dello Stato Italiano.
In prima battuta il Tar Lazio, pronunciandosi sulle istanze del Codacons, aveva emesso una ordinanza in cui scriveva: “Ritenuto che il ricorso oggi in esame coinvolge delicati profili correlati ai rapporti internazionali fra gli Stati e che la stessa astratta possibilità di una decisione cautelare che possa incidere sull’azione di politica estera italiana, rende del tutto inopportuna, nel bilanciamento degli opposti interessi, l’adozione di una ipotetica misura cautelare sospensiva o di altra natura; Ritenuto che il rilievo delle questioni poste richieda, viceversa, il doveroso approfondimento possibile nella sola sede di merito” fissando l’udienza per la trattazione del merito al 19 ottobre 2022.
Tra pochi giorni, quindi, il Tar si pronuncerà definitivamente sulla legittimità degli atti con cui il Governo ha deciso l’invio di armi all’Ucraina.