Anzio può cambiare, lo può fare innanzitutto per se stessa. Lo può fare per chi sta attraversando la stagione più stanca della vita e per chi invece si sta appena affacciando ad essa.
Sono anni che la Città praticamente non è amministrata o almeno non lo è come gestione della cosa pubblica per l’interesse collettivo. Il diffuso degrado e la consequenziale deriva sociale a cui si assiste ogni giorno sono prodotti di una politica basata sul “favore” e sull’odio per chi quel “favore” non lo concede. Sull’indifferenza per chi quel “favore” osa non chiederlo. Dimenticando che un diritto non è un favore.
Da troppo tempo vecchie e squallide logiche, di finto rinnovamento, la fanno da padrone con il solo risultato di aver narcotizzato una Città che per natura dovrebbe essere la forza motrice dell’intero litorale a sud di Roma.
Per cambiare però, serve un pizzico di genuina follia e serve che la fiducia, questa volta, venga riposta in quelle forme democratiche poco usuali nella politica anziate. Anzio, se vuole veramente cambiare, deve farlo da sinistra.
Una sinistra che abbia voglia di non incorrere negli sbagli del passato e che sappia essere plurale e non settaria. Una sinistra che sappia dialogare con se stessa prima che con altri e che non abbia paura del confronto.
Non è certo chiudendosi a guscio che si potrà conquistare la fiducia del popolo.
Anziodiva, vuole invitare tutte le anime della sinistra, ad unirsi verso un traguardo storico che è raggiungibile. Sarebbe deleterio assistere all’ennesima divisione, il cui unico risultato, sarebbe favorire non solo i vecchi padroni ma anche le finte nuove proposte.
A breve, molti, diranno tutto ed il contrario di tutto, saranno pronti a rinnegare venti anni di centrodestra e di politiche anti-Anzio.
Altri diranno di essere la soluzione a tutti i disagi che quotidianamente le persone subiscono.
Ora più che mai, si deve avere la maturità e la forza di stare tutti insieme, non intorno ad un nome ma attorno ad un’idea di Città, intorno ad un programma di facile comprensione e non utopico. Ma che allo stesso tempo dia modo ad abitanti e turisti di ricominciare a sognare.