In questi numerosi giorni di precipitazioni intense i disagi vissuti dai cittadini e i danni rimasti alla città ci hanno dimostrato che evidentemente il territorio non ha retto al maltempo. Si è trattato indubbiamente di fenomeni particolarmente violenti e copiosi, ma che ormai a causa dei cambiamenti climatici non possiamo più definire straordinari. Diventano cioè di anno in anno “ordinari” ed un territorio come il nostro deve assolutamente correre ai ripari. Cosa intendo per “un territorio come il nostro”? Senza voler fare discorsi di colpe e scavare negli anni chi ha fatto cosa, è indubbio che Anzio non è progettata nè pianificata per reggere a queste bombe d’acqua che si ripresentano ogni anno. Andiamo già spesso in affanno con normali precipitazioni.. La cementificazione, disordinata e senza un progetto chiaro di città, ha provocato la creazione di interi quartieri che non hanno servizi di raccolta acque chiare, le cui strade sono senza pendenze, spesso con manufatti sui canali di raccolta, in alcuni casi addirittura costruiti sui fossi…L’assenza di pianificazione urbanistica del passato ha impermeabilizzato così tanto il suolo e senza una corretta gestione delle acque anche sotterranee, che tutto poi va a pesare sulla litoranea e sulle falesie. Basta cercare le notizie dei crolli per comprendere come siano diventati più frequenti e immancabili dopo ogni periodo di forti piogge.
In Consiglio ho scelto questa linea.
Quella del dialogo e non del “J’accuse” che sarebbe finito irrimediabilmente in una discussione sterile.
Invece bisogna parlare.
Occorre cominciare a parlare in termini di prevenzione e soprattutto occorrono a Anzio strumenti necessari al controllo del territorio e alla sua cura. Che deve essere costante e non circoscritta ad alcuni periodi dell’anno o solo ad alcuni quartieri. E per questo occorrono aiuti da enti sovraordinati perchè per riparare alla mancata progettazione non ci si può riuscire con le sole forze del comune. E’ fondamentale che nel prossimo capitolato di appalto rifiuti sia compreso il servizio di pulizia allargato alle strade che vanno più in sofferenza, il servizio di pulizia di caditoie e canali. E’ necessario adoperarsi per una mappatura delle acque sotterranee, ed è indispensabile un costante monitoraggio delle falesie che sono un ecosistema vivo, che muta di anno in anno. Ma l’urbanizzazione selvaggia e senza criterio le ha rese parte integrante del territorio. Con tutte le conseguenze nefaste del caso. Alla regione occorre far capire che con altri interventi che non siano i pennelli, interventi più economici e sicuramente più efficaci si può ottenere di mettere un freno al consumo di costa. La situazione è estremamente seria. Inutile girarci intorno per questo è necessario un piano serio di controllo, azione e prevenzione di dissesto idrogeologico. E come M5S sia pur dall’opposizione faremo tutto quanto è possibile fare.
Maria Teresa Russo M5S