È in programma martedì 25 settembre, alle 18 presso le sale della Fattoria didattica “Riparo” di Anzio (via Oratorio di Santa Rita, 2) il convegno “Immigrati – immigrazione”, a cura della Caritas della diocesi di Albano, diretta da don Gabriele D’Annibale, in collaborazione con la fondazione Migrantes e il Vicariato territoriale di Anzio. Sarà l’occasione per affrontare un tema di stretta attualità, a partire dalla realtà vissuta sul territori della diocesi di Albano, per poi allargare lo sguardo alla situazione nazionale e internazionale. Sarà presente l’arcivescovo metropolita di Agrigento, il cardinale Francesco Montenegro, presidente di Caritas italiana, che donerà la sua preziosa testimonianza. La dottoressa Rita Antonelli, referente della Caritas diocesana per le immigrazioni, illustrerà invece i dati di un report relativo all’attuale situazione dei migranti nella diocesi di Albano. «Il “Rapporto sul territorio 2017” presentato dall’Osservatorio delle povertà e delle risorse della diocesi di Albano all’inizio dell’estate ad Anzio – dice Rita Antonelli – ci dice che i cittadini stranieri nei tredici comuni della diocesi sono 51.670. Non basta però contabilizzare gli arrivi, non basta una politica che si limiti alla semplice gestione dell’esistente, spesso in modo emergenziale, occorre incamminarci insieme oltre l’imbarbarimento di questi tempi per testimoniare la possibilità della coabitazione come pratica di accoglienza aperta e paritaria, fatta del prendersi cura vicendevolmente e di relazioni rispettose della reciproca dignità».
«Sono contento e soddisfatto – dice don Andrea Conocchia, vicario territoriale di Anzio – della possibilità di proporre questo incontro con il cardinale Francesco Montenegro, a suggellare una proficua ed efficace collaborazione tra il Vicariato di Anzio, la Caritas diocesana, l’Ufficio Migrantes e la Comunità di Sant’Egidio. Con tutte queste realtà ci siamo incontrati e confrontati più volte avendo come obiettivo il più ampio coinvolgimento e la più ampia partecipazione e diffusione possibile. Pensiamo a coloro che orbitano intorno alle nostre comunità parrocchiali, agli operatori della carità in generale, agli uomini e alle donne di buona volontà che sono impegnati sul nostro territorio, gomito a gomito con gli amici immigrati. Ci rivolgiamo alle istituzioni, agli immigrati stessi che abitano la nostra città, inseriti o meno nelle nostre comunità o nelle associazioni di volontariato presenti ad Anzio».