Delibera della Giunta De Angelis: la Sala VI degli intonaci dipinti del Museo Civico Archeologico di Anzio sarà intitolata al Generale dei Carabinieri, Roberto Conforti. Sabato 11 lugliol’inaugurazione della Mostra “Conoscere, Preservare, Tutelare. Momenti di vita dell’antichità”, con l’esposizione di diciotto reperti archeologici recuperati con l’Operazione Teseo
La Sala VI degli intonaci dipinti del Museo Civico Archeologico di Anzio, sabato 11 luglio alle ore 11.00, nell’ambito dell’inaugurazione della mostra evento “Conoscere, Preservare, Tutelare. Momenti di vita dell’antichità”, sarà intitolata al Generale Roberto Conforti, Comandante dei Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale dal 1991 al 2002, scomparso il 26 luglio 2017. Lo ha stabilito la Giunta De Angelis che, la scorsa settimana, ha approvato la delibera di indirizzo, finalizzata ad acquisire il parere vincolante per rendere effettiva la nuova denominazione della Sala Museale.
Nella Sala, che sarà intitolata al Generale Roberto Conforti, è possibile ammirare gli splendidi intonaci-dipinti provenienti dal Palazzo Imperiale di Anzio, la cosiddetta Villa di Nerone, venuti alla luce, in maniera del tutto casuale, all’inizio degli anni ’70, in seguito alla frana di un interro che teneva occultata parte della struttura del Palatium. Dalla lodevole volontà dell’Amministrazione Comunale di esporre, nella cornice del Museo Civico Archeologico di Villa Adele, alcuni tra i numerosissimi reperti sequestrati dal Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale, è nata l’idea della Mostra che occuperà la Sala VI degli intonaci dipinti, nella Villa che fu delle famiglie Cesi, Pamphilj e Borghese.
L’ambizioso progetto dell’esposizione “Conoscere, Prevenire, Tutelare. Momenti di vita nell’antichità”, frutto di un costante lavoro di sinergia tra Enti, è finalizzato alla volontà condivisa di rendere fruibili alcuni reperti archeologici, scelti tra i beni sequestrati dal Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale.
“Noi siamo la nostra storia, – ha detto il Sindaco De Angelis – una storia che narra se stessa attraverso un patrimonio di reperti ricco e speciale. Visitare Anzio consente di attraversare secoli di storia, con un unico sguardo che avvolge bellezze naturali ed archeologiche. La mostra si protrarrà per diversi mesi, portando nuovamente alla vista dei visitatori reperti archeologici di grande valore artistico, archeologico e storico. La dispersione del patrimonio archeologico italiano è una ferita profonda per il nostro Paese. Siamo onorati di intitolare una Sala importante del Museo Civico Archeologico proprio in ricordo di un Comandante, il Generale Roberto Conforti, che ha diretto un Corpo altamente specializzato, il Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale, distinguendosi proprio per il contrasto ai reati avversi il patrimonio. In questo ambiente è documentato il Palazzo Imperiale di Nerone, sono esposti gli intonaci rinvenuti ad Anzio, nonché la statua di marmo bigio morato di atleta, ritrovata nel mare antistante il 31 luglio 1994. Non potevamo fare scelta migliore, – ha concluso il Sindaco – ringrazio il Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale e la Soprintendenza Archeologica per la preziosa collaborazione e per l’enorme lavoro svolto, finalizzato al recupero ed alla successiva valorizzazione del nostri glorioso passato”.
Nella mostra “Conoscere, Prevenire, Tutelare. Momenti di vita nell’antichità”, al Museo Civico Archeologico di Anzio, viene presentata una selezione 18 reperti archeologici, tra gli oltre cinquemila recuperati, che sono stati rimpatriati tra il 1999 ed il 2014, da Ginevra e da Basilea, grazie all’Operazione Teseo: la più grande operazione mai avvenuta che prende il nome da una splendida anfora corinzia del VI secolo a.C., decorata con il mito di Teseo, un capolavoro trafugato con tutta probabilità da una necropoli etrusca.
Dopo il recupero del famoso vaso di Assteas, raffigurante il mito di Europa, acquisito illecitamente da un noto museo americano, i Carabinieri del Comando TPC hanno scoperto una rete criminale, gestita da un trafficante che operava in Svizzera. In questo paese i manufatti, realizzati tra i VIII sec. a.C. ed il III d.C., provenienti da scavi clandestini operati da aree archeologiche della Magna Grecia, della Campania, dell’Etruria e del Lazio venivano commercializzati in tutto il mondo. A seguito della richiesta di assistenza giudiziaria internazionale, promossa dal dott. Paolo Giorgio Ferri, Magistrato illuminato, della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Roma, i Carabinieri del Comando TPC sono riusciti a recuperare, oltre ad una gran quantità di reperti archeologici, numerosi faldoni contenenti appunti, bolle di trasporto, fotografie eseguite prima e dopo il restauro, proposte di vendita, prezzi e false perizie: documenti preziosi per le successive attività investigative tra le quali è seguita l’operazione “Andromeda”. I Carabinieri del TPC hanno salvato e recuperato migliaia di reperti archeologici, alcuni attribuiti a grandi maestri, in gran parte corredo di tombe principesche. L’operazione ha permesso il rimpatrio di 337 ulteriori eccezionali manufatti archeologici presentati alla stampa nel 2010, nella splendida cornice del Colosseo. Con la collaborazione della Magistratura e della Polizia giudiziaria Svizzera, i Carabinieri hanno interrotto i traffici illeciti di un commercialista di origini tedesche. In una stanza blindata di una villa di Basilea sono stati trovati centinaia di documenti che hanno permesso la scoperta di un rilevante traffico di beni archeologici provenienti dall’Italia, molti dei quali immagazzinati in locali del porto franco di Ginevra. In questo luogo, una successiva perquisizione, nel dicembre 2008, ha permesso di individuare 2000 beni d’arte, provenienti da aree italiane, posti in commercio da un commerciante giapponese domiciliato in Inghilterra, nello stesso luogo dove, già nel 1995, i Carabinieri, condotti dal Generale Roberto Conforti, avevano scoperto i depositi segreti del principale trafficante internazionale di archeologia, aprendo la stagione così detta dei grandi recuperi archeologici che ha consentito le restituzioni, all’Italia, di numerosi capolavori provenienti da tutto il mondo, celebrati al Palazzo del Quirinale con la grande mostra Nostoi del 2007.