“La missione è compiuta. Chi ha perorato questa causa sta assistendo al coronamento dei suoi sogni. Chi ha deciso che venga costruita una centrale in via della Spadellata, in mezzo ad abitazioni e ad una scuola ne comincia a vedere l’attuazione anche se, siamo certi, ne pagherà un prezzo politico altissimo.
Dopo accenni, preparazione del sito, ruspe che vanno e vengono, oggi è apparso il cartellone di rito che comunica che i lavori per la realizzazione della centrale biogas della ditta Anzio Biowaste stanno iniziando.
Che resta da fare alla gente che ne paga il prezzo?
Che resta da fare ai cittadini che si stanno mobilitando facendo fronte comune nel coordinamento di UNITI PER L’AMBIENTE?
Ne abbiamo viste di queste battaglie fra il Davide della protesta ed il Golia della speculazione senza scrupoli. L’impresa nasce per fare utili e per dare lavoro e guai se così non fosse; sta alle istituzioni verificare che la libera iniziativa non leda i diritti primari ed assoluti della popolazione: e questo non sta avvenendo.
Tutto succede in fretta con un’Amministrazione comunale che ha dato il placet ed un’Amministrazione Regionale che non vuole mettere limiti e stabilire regole per evitare che il caos dilaghi e per permettere che la speculazione sia controllata, nel nome della salute pubblica.
Siamo mobilitati per ostacolare la realizzazione della seconda centrale e ci mobiliteremo sul terreno contro quella che è appena iniziata, mentre l’azione legale nei confronti di ambedue procede.
L’azione legale avrà l’esito che la Magistratura darà; quella di UNITI PER L’AMBIENTE avrà il peso delle persone che vorranno esserci….ma esserci davvero e non stando alla finestra a guardare.
Possiamo rivelare che uno dei nostri rappresentanti è stato oggi contattato dalla ditta Asja Ambiente Italia che ha acquistato la ditta Anzio Biowaste, e gli è stato proposto un incontro per il 18 ottobre. Comprendiamo le intenzioni della ditta e le condividiamo.
La ditta proprietaria intende spiegarci che il biogas è un tecnica positiva per l’ambiente ma noi lo sappiamo già. Siccome la ditta non potrà mai darci giustificazioni del perché una centrale biogas può essere realizzata in zona altamente abitata, contigua ad una grande fabbrica di alimentari e nelle vicinanze di una scuola, decliniamo il gentile invito”.
La nota del Comitato per Lavinio