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Anzio, consiglio congiunto. L’intervento di Roberta Cafà

“Secondo i dati raccolti sugli Ospedali Riuniti di Anzio e Nettuno, la struttura è gravemente sotto organico per mancanza di personale. Ogni reparto è in carenza di 3/4 unità tra infermieri e dottori. Un dato fortemente in contrasto con l’alto volume delle visite del pronto soccorso, che riceve giornalmente centinaia di persone che in caso di ricovero devono migrare verso in altri ospedali, per mancanza di personale e posti letto. Dati allarmanti nel quale si ravvede una gestione della sanità inadeguata e carente. I posti letto sono 25 in medicina generale quindi gravemente insufficienti, la week surgery con altri 18 posti è chiusa. Il reparto ginecologia ha bassissime utenze. I parti sono calati da 700 di tre anni fa a 300. L’apertura del reparto pediatria è stata protratta fino a dicembre grazie a tre pediatri del bambino Gesù, che si alternano giornalmente ed hanno un costo di 850 euro a turno. L’utic non funziona. Questo depotenziamento del presidio ospedaliero a cui fanno capo gli oltre 100mila abitanti dei comuni di Anzio e Nettuno, che aumentano notevolmente durante la stagione estiva è la diretta conseguenza del calo delle prestazioni sanitarie che aumenta le lista d’attesa per gli interventi ed incrementa il flusso passavo degli utenti verso altri nosocomi. Fattori per i quali si registrano minori introiti da parte Dell’Asl Rm 6. Tutti motivi inoltre che la potrebbero giustificare in futuro la chiusura dell’ospedale, da parte dell’azienda sanitaria. Il Noc ai Castelli definito dal presidente della Regione Lazio, un’eccellenza funziona ad un terzo delle sue possibilità, ma sembra chiara la volontà di indirizzare buona parte degli utenti Dell’Asl Rm 6 che in totale sono 600mila verso la nuova struttura, con il risultato di disagi, attese e aumento dei costi sulla pelle della salute dei cittadini.”

Roberta Cafà Capogruppo consiliare Udc Anzio

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