30 GIUGNO 2020
Per problemi di spazio, occorrono tremila nuove strutture scolastiche per ripartire a settembre, ma a quale prezzo ? Con la normativa post COVID 19 ogni alunno deve avere una postazione e zona di rispetto, tali da stravolgere l’assetto precedente l’esplosione della pandemia. Il patrimonio esistente riserva problematicità per le aule e non di meno per le palestre a suo tempo coibentate con materiali contenenti fibre d’amianto. Si prefigura adesso il recupero forzato di tutte le strutture dismesse per il calo della popolazione scolastica, andando inoltre anche al recupero di ex cinema, teatri, market o altri locali desertificati da rivolgimenti economici e sociali. Si pensa alle metrature, ma attenzione alla qualità delle strutture, perché sarebbe imperdonabile far rientrare dalla finestra l’amianto uscito dalla porta, posto che tutte le costruzioni realizzate antecedentemente al 1993 sono sospette della perfida presenza della fibra killer. Al riguardo, l’impegno congiunto tra ONA – Osservatorio Nazionale Amianto e CNIFP – Comitato Nazionale Italiano Fair Play, già due anni fa aveva allertato opinione pubblica e istituzioni, dando conto di problematiche accertate e necessità di risorse economiche per bonifiche e recuperi. Dato che il problema permane, sarebbe auspicabile evitare di cadere dalla padella nella brace, quindi privilegiando la salute di studenti e insegnanti rispetto al resto, perché l’emergenza da Coronavirus non ha scacciato la consolidata insidia dell’asbesto, particolarmente diffusa nei plessi, soprattutto in quelli in disuso e quindi nemmeno sfiorati dall’idea di una bonifica in questi anni tormentati. Ma a tal riguardo, diamo conto di quanto affermato “illo tempore” dal Presidente dell’ONA, avvocato Ezio Bonanni…
Nonostante sia stato messo al bando ormai da 27 anni, sarebbero ancora circa 2.400 le scuole italiane a rischio amianto secondo i dati raccolti dall’Osservatorio nazionale amianto (Ona): inevitabile che scatti il campanello d’allarme, perché il problema riguarda un bacino potenziale di 350.000 alunni e 50.000 docenti coinvolti. Servono le bonifiche, non ci sono altre vie. Ma per bonificare tutti gli edifici c’è bisogno di 240 milioni di euro. L’indagine dell’Osservatorio nazionale sull’amianto è stata divulgata qualche giorno fa durante un convegno organizzato assieme al Coni, dal titolo “Sport e Scuola, Ambiente e Sicurezza: Via L’Amianto!”. L’Ona ha parlato di circa 150 nuove segnalazioni ogni anno dagli ultimi sette a questa parte. L’unica (parziale) rassicurazione arriva dal fatto che non sempre si tratta di materiale che ha già raggiunto la friabilità (per friabile si intende qualsiasi materiale contenente più dell’uno per cento di amianto che può essere sbriciolato o ridotto in polvere con la sola pressione della mano).
“L’ultimo dato a nostra disposizione risale al 2012, ma da allora – spiega il presidente dell’Ona, Ezio Bonanni – ci sono arrivate altre segnalazioni e ad oggi la stima di 2.400 scuole è in difetto. Il problema reale è che manca una mappatura ufficiale che dovrebbe essere a carico delle Regioni e del ministero dell’Istruzione. Fortunatamente – aggiunge -non stiamo parlando di casi di friabilità, altrimenti andremmo incontro a una strage di ragazzini, ma anche quello compatto è pericoloso perché è stato messo in opera più di 26 anni fa. Il trascorrere del tempo, il cambio di stagione con il passaggio dal caldo al freddo e la pioggia incidono molto sul degrado dell’amianto”.
La mappatura ufficiale dovrebbe essere a carico delle Regioni e del ministero dell’Istruzione. Nel Lazio sono state censite 64 tonnellate di amianto compatto e 150 chilogrammi di amianto friabile. In Emilia Romagna nel 2005 l’amianto era presente in 431 scuole mentre al 31 dicembre 2016 si registravano “solo” 52 casi: passi avanti, ma non basta. Occorre fare di più. “Il primo problema da affrontare – ha detto Bonanni – è quello dei dati certi e aggiornati. Secondo l’Ona, l’unica regione ad avere dei numeri precisi è il Lazio che con l’Inail, il ministero della Salute e l’Istituto superiore di sanità, dal giugno 2012, ha dato avvio ad una mappatura degli istituti. Su 2.297 scuole contattate, 789 istituti hanno risposto mentre 1.508 non hanno partecipato alla compilazione della scheda”.
Per quel che riguarda le bonifiche, mancano linee di finanziamento nazionali per la bonifica dell’amianto nelle scuole.