La sensazione è quella che nulla possa cambiare se non in peggio, ma ecco che quasi senza preavviso, dopo un po’ di auto e super strada, ad una quarantina di minuti dal Foro Italico, la linda e vetusta Amelia si propone come paradosso se non come metafora delle soluzioni possibili per l’Italia dell’impossibile. Sì, perché quando impatti il ragionamento poligonale che, prima che Roma nascesse, portò i ciclopi a realizzarne le mura, quasi fossero un confine d’orizzonte tra la “Terra di Luce” e il verde smeraldo del prato dei miracoli, su cui le giovani generazioni corrono tra passato e futuro, hai la visione chiara di un mondo diverso e concluso, immanente e gioioso, nobile ed onusto di valori oltre la Porta Romana, su su per i basoli tra le amerine crepidini, sino alla Torre dodecagonale, passando per il Museo delle Meraviglie, dove Germanico custodisce in armi la sua e le altrui strabilianti memorie . Ecco la sintesi, dunque la semplificazione concepita e realizzata da chi come Laura Pernazza, sindaco per elezione e commercialista per professione, ha fatto e fa della geometria e della matematica gli elementi non esaustivi di una alchimia che si realizza soltanto con la filosofia della pietra, quella che ad Amelia non manca, quella del buonsenso e della semplificazione pratica, della condivisione del bene della collettività con chi la compone, i cittadini. Così, sabato scorso, io e Michele Maffei e il Delegato del Comitato Olimpico, Stefano Lupi, inviati speciali, proconsoli del mondo delle Benemerite Associazioni riconosciute dal CONI, ci siamo imbattuti in un tripudio di volontari festanti che davano vita ad una “jacovittiana” sport road verso la cultura del rispetto e della salute, giusto dall’uscita della Porta, con atletica, bike, bocce, ruzzolone, pallavolo, tennis, basket, pattinaggio, aerobica, ginnastica, danza, arti marziali, etc. , sino al vecchio Stadio, malconcio ma funzionale per tiro con la balestra e l’arco, rugby, calcio, football americano ed equitazione … L’intesa virtuosa con le famiglie, la scuola, l’associazionismo per quell’evento che ha premiato simbolicamente un modo d’intendere lo stare insieme e di organizzare a costo zero lo sport e di fidelizzarne la presenza nel tessuto sociale è la stessa che suscita amore per le proprie radici, per il decoro della propria città, conferendo in adozione strade, giardini angoli recessi e a vista a gruppi di cittadini che se ne fanno carico con amore, tanto quanto che della propria casa ed è ancora la stessa che determina la prossima adozione della delega assessorile al fair play per questo esemplare Comune di undicimila abitanti . Questa formula semplice e straordinaria, questa “Oikoumene” amerina dovrebbe essere adottata dall’intero Paese per tornare a viverne la ricchezza intrinseca dei valori perduti.
Ruggero Alcanterini
Direttore responsabile de L’Eco del Litorale