Stanno per avere inizio le operazioni di sversamento nell’Oceano Pacifico delle acque provenienti dalla centrale nucleare di Fukushima.
Si tratta di più di 1,3 milioni di tonnellate di acqua dell’impianto di Fukushima provenienti da acque sotterranee necessarie per raffreddare i noccioli dei reattori andati in fusione dopo lo tsunami che devastò la costa nord-orientale del Paese nel marzo 2011, provocando la morte di oltre 20mila persone. Dopo l’incidente avvenuto 12 anni fa nei reattori della centrale permane il materiale fissile disciolto ad altissima concentrazione di radioattività, chiaramente inavvicinabile dall’uomo. Ancora oggi quindi l’impianto deve essere continuamente raffreddato con l’acqua, successivamente raccolta e trattata e per questo si prevede lo scarico nell’Oceano, una operazione che dovrebbe durare decenni.
Ciò vorrebbe dire uno stravolgimento delle caratteristiche fisiche e chimiche di immense porzioni di mare con ripercussioni negative su tutta la fauna ittica. Una situazione negativa che non si esaurirebbe in poco tempo, ma in decenni e decenni. Inevitabili quindi le mutazioni genetiche che si verificherebbero su gran parte delle forme di vita oceaniche, determinando anche un pericolo per le persone che normalmente in Giappone si nutrono di pesci e molluschi. Di questo sono profondamente preoccupati i Dirigenti di Ecoitaliasolidale e in particolare il presidente Piergiorgio Benvenuti e il responsabile scientifico di Ecoitaliasolidale Ennio La Malfa, già fondatore di Accademia Kronos e delle Bandiere Blu. I quali ricordano che il nostro Pianeta è composto per il 70% dal mare ed è quindi sempre più urgente difenderlo da ogni tipo di inquinamento”.
“Non c’è tempo da perdere –hanno concluso gli esponenti di Ecoitaliasolidale – dobbiamo difendere la terra e il mare che ci consentono di vivere su questo pianeta, per questo continuiamo ad essere fortemente contrari a questa operazione di smaltimento di acque trattate in una centrale nucleare che ha già causato ingenti danni all’ambiente e causato tante vittime umane e animali”.
Quanto accaduto a Fukushima è un chiaro monito all’umanità, ed è anche un preciso invito, a chiudere definitivamente programmi per la produzione di energia che ancora prevedono di usare il nucleare a fissione, invece di studiare e applicare metodi alternativi meno pericolosi, come ad esempio l’idrogeno che non solo nell’universo, ma sullo stesso nostro pianeta è presente ovunque e in proporzioni illimitate.