Ancora una volta scendono in campo loro, gli dei, che continuano a vivere tranquilli tra le nubi del Monte Olympo, nella Grecia stanca ma paziente madre dell’Europa, usando argomenti di loro competenza e intervengono … Fanno dire al giovane riottoso “Kim dal missile facile”, che tutto sommato il suo Paese, la Korea del Nord, potrebbe partecipare ai prossimi Giochi Invernali di Pyeongchang in Korea del Sud. Sembra una cosa tanto ovvia e semplice, da apparire banale, dopo le minacce di guerra e il batti e ribatti con il Presidente degli USA Trump su chi possiede il bottone red più grosso. Diciamo che l’intuizione di Samaranch e Nebiolo , che negli anni ottanta portò al superamento della grave tensione tra Cina e Stati Uniti, alla “pace del ping pong”, quindi alla realizzazione dei Giochi Olimpici a Pechino nel 2006, oggi si ripropone per iniziativa diretta delle parti in causa, senza la mediazione del CIO. E a tal proposito, come si pone la posizione del Comitato Internazionale Olimpico ? Ho l’impressione che qualcuno rischi di perdere la battuta, ovvero di farsi scavalcare dagli eventi politici, piuttosto che cavalcare quelli “sportivi”, posto che il CIO ha appena assunto la pesante decisione di far fuori la Russia per questioni di doping, con pesanti ricadute anche politiche. E allora? Allora capita che s’invertano i ruoli, con i politici che usano i cinque cerchi per scambiarsi segni di pace, mentre gli sportivi se ne avvalgono per regolare conti che finiscono inesorabilmente nel grigiore delle esclusioni, delle assenze e delle rappresaglie. La storia dei giochi di Mosca 1980 e Los Angeles 1984 ce lo insegna e ce lo ricorda ad ogni piè sospinto.
Ruggero Alcanterini