Allora, come occorre per divertire il pubblico, siamo ai colpi di scena, se preferite di teatro o addirittura alla comica finale. Quindi, la parigina Christine Madeleine Odette Lagarde, con un passato da consulente nel giro del Presidente Clinton, ministro dell’economia, del commercio estero e della pesca con i governi Villepin e Fillon, rogne per un arbitrato nell’affaire Tapie-Crédit Lyonnais, con imbarazzanti appunti in una lettera destinata a Nicolas Sarkozy e dal 2011 Direttore Generale del FMI al posto dell’incauto libertino connazionale Dominique Strauss-Kahn, da Bruxelles “suggerisce” a Conte, Di Maio e Salvini di rispettare le regole dell’Unione EUROPEA, dettando: “In Italia bisognerebbe preservare la legge Fornero e il Jobs Act. In Italia , bisognerebbe mantenere le riforme su pensioni e mercato del lavoro e si dovrebbero perseguire ulteriori misure, come il decentramento della contrattazione per allineare i salari con la produttività del lavoro a livello aziendale”. I paesi dell’area euro con “limitati spazi fiscali come Francia, Italia e Spagna dovrebbero sfruttare questo periodo di crescita e di politiche monetarie accomodanti per ricostituire i cuscinetti fiscali che aiuterebbero ad alleviare le tensioni bancarie e quelle legate al debito pubblico”. Non bastasse questo, secondo il copione di un geniale autore com’è il caso, che è connotato da imprevedibilità o al contrario da scontata prevedibilità, il libici, corroborati dalle motovedette generosamente donate dall’Italia, hanno puntualmente sequestrato pescherecci mazaresi in acque internazionali. Si tratta dell’Afrodite Pesca con 6 uomini a bordo e del Matteo Mazarino, con sette uomini. Il sequestro è avvenuto a circa 29 miglia dalla costa libica di Derna. La vedetta avrebbe cominciato a sparare senza alcun preavviso. Non ci sono feriti e gli equipaggi non risultano agli arresti. I militari libici, saliti a bordo dei due natanti, hanno intimato ai comandanti di intraprendere la navigazione verso la costa libica. I due pescherecci sono giunti al porto Ras Al Hilal, dove potrebbero marcire per sempre, salvo che non tornino indietro carichi di migranti … Infine, il paradosso internazionale del giornalista dissidente saudita Jamal Khashoggi, collaboratore del ‘Washington Post’, sparito il 2 ottobre nel consolato di Riad a Istanbul. Voce critica rispetto al principe ereditario Mohammed bin Salman , secondo quanto scrive il New York Times, Khashoggi sarebbe stato ucciso all’interno del consolato. Il quotidiano statunitense cita autorevoli fonti della sicurezza turca, che parlano di operazione rapida e complessa. Forse fatto a pezzi e fatto sparire con il coinvolgimento di ben quindici personaggi giunti e ripartiti nel buio, ma filmati da una quantità esponenziale di telecamere. Khashoggi è entrato vivo nella sede diplomatica e non ne è uscito. Un mistero la cui soluzione sembra affidata alla fantasia degli autori di “Pulp Fiction”, piuttosto che alla realtà di un vero e proprio pasticciaccio internazionale.
Ruggero Alcanterini
Direttore responsabile de L’Eco del Litorale